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Ricci attacca Quarto: «La mia revoca? Ecco come stanno le cose»

Maria Cristina Ricci e Fabrizio Quarto Maria Cristina Ricci e Fabrizio Quarto

Attraverso una nota inviata alla stampa, l'ormai ex assessore comunale Maria Cristina Ricci ha raccontato la sua versione circa la revoca di tutte le deleghe (Sport, Politiche Giovanili, Innovazione tecnologica e progetto "La Massafra che vuoi Tu! Mettici le Idee") firmata dal sindaco di Massafra Fabrizio Quarto ( clicca qui per rileggere la notizia).

«Illustrissimo sindaco - ha attaccato l'avvocato Ricci -: ho appreso senza alcuna sorpresa la sua decisione che il clima pre elettorale ha accelerato, come se avesse dato inizio ad una depurazione politica della sua giunta, per additare alla pubblica opinione i soggetti che, secondo lei, hanno reso difficile il cambiamento tanto proclamato.

La presente brevissima lettera - ha proseguito Ricci - vuole essere innanzitutto una presa di posizione politica che finalmente posso esprimere libera dalla disciplina di coalizione che mi ha visto sempre coerente.

La politica ha sempre due facce: quella delle buone intenzioni per la ricerca del consenso e quella della capacità di amministrare la istituzione quando si è acquisito il consenso.

Il largo suffragio che lei ha conseguito, sulla base di una domanda di forte rinnovamento e di discontinuità con il passato, di cui hanno giovato tutti i partiti e i movimenti della sua coalizione, nei fatti e alla prova amministrativa non ha trovato alcuna rispondenza.

Ci siamo cullati per troppo tempo, me compresa, della benevolenza che all’inizio ha accompagnato il nuovo corso e anche delle nostre facce pulite, ma poi, passata la ubriacatura elettorale, dovevamo dare risposte concrete alla città secondo le aspettative che erano veramente tante ed attese in ogni ambito della società massafrese.

Ho una colpa - ha ammesso l'ex assessore - ed è quella di aver atteso troppo tempo per denunciare la mancanza di corrispondenza dell’azione amministrativa ai programmi che ci eravamo dati e soprattutto avevamo promesso.

Ho sperato che la squadra, con il capitano in testa, si desse una mossa di orgoglio e reagisse alle continue litanie che ognuno di noi, assessori e consiglieri di maggioranza, ascoltava in paese e invece, per oltre quattro anni, si è fatto finta che andava tutto bene e si evitava perfino di parlarne.

Così si è passati dalla finestra aperta sulla città con le nostre facce in bella vista, agli scuri chiusi per non essere riconosciuti ed evitare di dare risposte ai cittadini come da promesse elettorali.

Nel corso di questa mia esperienza ho visto sempre più allontanarsi gli obiettivi di programma e pian piano affermarsi la logica prevaricatrice degli interessi particolari che inevitabilmente si fanno spazio in ogni amministrazione e che invece dovevano essere bilanciati con quelli più generali.

Qui, mi spiace dirlo, è venuta a mancare la sua funzione di garanzia. Anzi ha tollerato e a volte anche favorito. Ho stretto i denti vedendomi depauperati capitoli in bilancio del mio assessorato, un’attribuzione di deleghe senza risorse finanziarie, continue invasioni di campo da parte di qualche assessore che riteneva essere la Sua longa manus.

Lei - l'accusa dell'avvocato Ricci - non ha impedito che attecchisse questo modus di amministrare, privilegiando alcuni assessori impegnati a coltivare il proprio orticello, quasi sempre particolare, e limitando altri nelle loro iniziative... più popolari.

Questo suo modo di gestire la squadra assessorile alla lunga ha scoperto il suo vero intento, che non era quello di dare la massima fiducia ai suoi assessori, ma caricarli di responsabilità pensando di alleggerire o perfino eludere le sue.

La sua, egregio sindaco, è stata una fuga da responsabilità che ha pensato bene di scaricare sugli assessori.

Anche il mio “licenziamento” è l’ultimo atto che vuole dare in pasto all’opinione pubblica pensando di salvarsi l’anima da una gestione fallimentare dell’amministrazione della quale mi assumo la parte di mia responsabilità.

La mia momentanea indisponibilità per ragioni di salute, a lei è servita per revocarmi la delega di vicesindaco violando apertamente l’art. 53 dello statuto comunale.

E per ultimo, il mio diniego a sottoscrivere la recente delibera di giunta, afferente ad importanti provvedimenti di natura urbanistica, di dubbia legittimità, per la quale non ero stata minimamente coinvolta, anzi volutamente esclusa, la dicono tutta sulla sua reale intenzione di liberarsi di un assessore divenuto ormai scomodo e poco compiacente.

Oggi lei - la chiosa dell'ex assessore Ricci - dopo quasi 5 anni di gestione della cosa pubblica è ormai fuori da ogni contesto, salvo le cerimonie e qualche taglio di nastro. Per il resto bisogna chiedere solo scusa alla città e ritornare alle proprie occupazioni avendo fallito nel tentativo di cambiare il volto a Massafra. Buon fine mandato».

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