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Al cineteatro Spadaro arriva Sergio Rubini

Sergio Rubini e Daniele Russo Sergio Rubini e Daniele Russo

Il cineteatro Spadaro di Massafra si prepara ad accogliere mercoledì 24 aprile lo spettacolo noir "Il caso Jekyll" con Sergio Rubini e Daniele Russo.

L'iniziativa rientra fra gli appuntamenti della “Stagione teatrale 2023/24”, organizzata dall’assessorato comunale alla Cultura del Comune di Massafra in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.

Lo spettacolo è tratto da Robert Louis Stevenson, adattamento Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini, che firma anche la regia.

INFO E BIGLIETTI

I biglietti sono disponibili all'InfoPoint di Massafra (099.8804695 – 338.5659601), ubicato in piazza Garibaldi, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18:30. Previste agevolazioni e riduzioni per l’acquisto dei biglietti: I settore intero euro 22 ridotto 20; II settore intero euro 18, ridotto 16; III settore intero euro 13, ridotto 8.

SCHEDA SPETTACOLO

Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Marche Teatro, Teatro Stabile di Bolzano
Sergio Rubini, Daniele Russo

IL CASO JEKYLL

tratto da Robert Louis Stevenson
adattamento Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini
e con Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri, Alessia Santalucia
scene Gregorio Botta
scenografia Lucia Imperato
costumi Chiara Aversano
disegno luci Salvatore Palladino
progetto sonoro Alessio Foglia
foto di scena Flavia Tartaglia
regia Sergio Rubini

Partendo dalla considerazione che il celebre romanzo di Stevenson “Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde” sia un’apologia sulla condizione umana avendo come tema centrale il doppio, che poi è il doppio che alberga in ognuno di noi, abbiamo sviluppato una drammaturgia che avesse una chiave più chiaramente psicanalitica, più vicina a quelle teorie che si svilupparono quasi mezzo secolo dopo la pubblicazione del racconto stevensoniano, e che ebbero il massimo dell’espressione negli approdi scientifici prima di Freud, poi di Jung. Il nostro testo, infatti, spogliato da qualsiasi soluzione allegorica usata da Stevenson e che dà il carattere fantastico a tutta la storia, in testa a tutti la metamorfosi di Jekyll in Hyde attraverso un esperimento chimico, la cosiddetta “pozione”, è piuttosto un viaggio nell’inconscio, nella fattispecie di un famoso luminare della medicina, Henry Jekyll, che ambendo all’individuazione di quelle che sono le cause della malattia mentale, si fa cavia e diventa poi vittima delle sue stesse teorie, tirando fuori dalla caverna del conscio ciò che è a lui stesso nascosto, la sua ombra, il suo Hyde.

Da ciò si evince chiaramente come il racconto da cui siamo partiti, sia in effetti solo d’ispirazione a una storia più vicina ai temi della nostra contemporaneità che offra allo spettatore la possibilità non solo di rispecchiarsi in quelli che sono i pericoli ma anche i piaceri che scaturiscono dalla propria ombra, ma anche di essere uno spunto di riflessione sulla necessità di dialogare col proprio inconscio, portarlo fuori e condividerlo con la collettività nonostante la tendenza della società di reprimere tutto ciò che esca dal canone e che spesso coincide invece con l’autentico, per evitare che la nostra ombra scavi in solitudine un tunnel nel nostro io di sofferenze e violenza. 

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