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Massafra, ​come diffondere la cultura nell'ultimo incontro di “Cromatismi"

“Cromatismi. Dialoghi sulle Periferie” “Cromatismi. Dialoghi sulle Periferie”

Mercoledì 8 agosto si è conclusa al Falso Pepe, zona Santi Medici a Massafra, la seconda edizione di “Cromatismi. Dialoghi sulle Periferie”, manifestazione che nasce assieme al ‘Serraglio” in occasione di ‘Vicoli Corti’.

In questo terzo e ultimo appuntamento, i presenti hanno assistito ad un aperto dialogo tra il professor Christian Caliandro, autore di “Italia Evolution. Crescere con la cultura” ed Emmanuele Curti, manager culturale. L’avvincente dibattito si è focalizzato principalmente sulle modalità di diffusione della cultura, dopo una prima parte introduttiva da parte dell’autore si sono delineati due punti di vista opposti.

Caliandro si oppone all’idea di una cultura seminata in maniera forzata, di iniettare nozioni culturali e artistiche lì dove manca totalmente ogni forma d’interesse, interpretando la scelta culturale come libera e democratica. Inoltre si fa portavoce della crisi degli artisti nello scenario attuale, spaventati e disorientati; parla di rischio e di totale abbandono, senza alcuna paura di un probabile fallimento, concetto tipico della culturale italiana e occidentale. Innegabile che la paura di fallire ci venga inculcata da ogni dove, ma questa paura immobilizza e la stasi non porta cambiamento, quindi si giunge ad uno stato fallimentare assicurato. Ogni qualvolta un uomo si pone dinanzi ad un’opera artistica riceve una sorta di forzatura, l’arte ci permette di esplorare i meandri dell’anima, e di visitare luoghi che a volte non esamineremmo per libera scelta.

Tutta questa ricerca, come afferma Caliandro, tante volte si interpone con la vita sociale, rendendola più ardua nei meccanismi. Di contro Curti, critica la categorizzazione dell’arte e della cultura, queste varianti che sono state inserite erroneamente nel cosiddetto ‘tempo libero , ne consegue una marginalità e svalutazione, mentre il lavoro occupa una posizione predominante nelle nostre giornate. Critica la scelta culturale attuale, dove l’arte e le sue varianti sembrano rivolte sempre ali stessi spettatori. Curti parla di in una sistema immobile in cui il concetto di Repubblica diviene evanescente, l’Italia non pare più un Paese fondato sul lavoro, quest’ultimo è sempre più precario, si assiste quindi ad un crollo del sistema industriale nato nei secoli precedenti.

Si parte con un’interessante considerazione sulle arti come materie d’obbligo nelle scuole, e come quest’obbligo possa spegnere quel fuoco e far perdere la capacità di immaginare e creare. Ci si chiede se il fuoco risiede ancora nelle scuole, e se questo mondo e questo sistema hanno ancora un qualche ruolo, ma soprattutto se l’università sia ancora il luogo dell’’Innovazione’. Allora dove ricercare quel fuoco?.

La seconda parte si apre al dibattito e uno dei presenti ricalca il concetto di ‘innamoramento’, rivendicando l’importanza delle materie umanistiche. Tutto incentrato sulla diffusione della cultura, ancora una volta il l’incontro si fa interessante e aperto, creando nuovi spunti. L’obiettivo delle tre serate è stato quindi raggiunto, invitare la cittadinanza ad una sana riflessione unendo emozioni e senso di appartenenza. Un’esperienza costruttiva che mette in risalto una Massafra viva e partecipante, resiliente e attenta, un sud in fermento e un concetto di patriottismo ‘sano’ troppe volte maltrattato.

Angelica Grippa

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