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Mottola piange Sansonetti: addio all’atleta “Uomo infinito”

Ugo Sansonetti Ugo Sansonetti

Fino a qualche tempo fa, Ugo Sansonetti era ancora al suo posto, in piscina o sulla pista di atletica per prepararsi a nuovi orizzonti sportivi. Oggi, con l'aggravarsi delle sue condizioni di salute, lascia i suoi affetti e la sua dimensione di uomo e di atleta.

Quella da sportivo era la sua nuova passione, dopo oltre trent'anni passati a dirigere un'azienda di surgelati che, senza l'aumento di personale o di macchine, raddoppiò la sua produzione fino a diventare il più grande stabilimento europeo del settore. Era la Findus Italia.

Una parabola di vita durata cent'anni, compiuti a gennaio scorso. Cent'anni che, a vario titolo, hanno abbracciato l'Italia e non solo. Parte della sua vita, infatti, si è divisa tra Roma e la Costa Rica, dove ha diretto un’azienda di colonizzazione agricola e dove insieme ai fratelli ha fondato la comunità di San Vito de Java, attualmente il capoluogo del cantone di Coto Brus.

Sansonetti è stato anche un attivo cittadino di Mottola, offrendo un contributo non indifferente alla vita politica e sociale della città, della quale è stato anche sindaco, soprattutto tra gli anni del secono dopoguerra. Una guerra che egli stesso ha combattuto come ufficiale di cavalleria.

E non finisce qui: Sansonetti è stato anche autore di tre libri oltre ad essere stato Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e beneficiario nel 2006 della Stella al merito del lavoro.

Ma l'attività per la quale è ricordato dai più è senz'altro quella sportiva, essendosi distinto a partire dal 1995 prima nell'atletica e poi nel nuoto, diventando l'ultranovantenne più veloce del pianeta. Ugo Sansonetti ha infatti partecipato a 95 competizioni internazionali, vincendone 56 e stabilendo vari record del mondo, molti dei quali ancora imbattuti.

Il cordoglio per la sua scomparsa è nazionale e anche istituzionale, con i messaggi di vicinanza alla famiglia inviati da tanti che lo conobbero in vita, a cominciare dal Comune di Mottola, che ha scritto:

«Una vita coronata da grandi successi umani e professionali, politici e sportivi: questo il ritratto di una figura forte, brillante e legata indissolubilmente alla sua terra, che solo alcuni mesi fa ha raggiunto il prestigioso traguardo dei cento anni di età. Ai familiari e ai parenti il cordoglio, la vicinanza e l'affetto di tutta la città».

La colonna sonora di queste ore, intanto, si è fatta nostalgica, con la fine di un'esistenza che sembrava muoversi più veloce del tempo che passa, fedele al motto di sempre "non fermarsi mai", che è anche il titolo di un suo libro.

Morire, seppur a cent'anni, ha sempre un qualcosa di inspiegabile, di innaturale, ma a confortare lo sgomento di tutti resta l’eredità diffusa di un uomo infinito, che col suo esempio (e non solo con lo sport) ha saputo educarci alla volontà.

«Programmare come se fossimo eterni, comportarsi come se stanotte dovessimo rendere conto di tutta la nostra vita», lui avrebbe salutato così.

Andrea Carbotti

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