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CastStory · UNA NUOVA PAVIMENTAZIONE STRADALE #30

CastStory · UNA NUOVA PAVIMENTAZIONE STRADALE #30 CastStory · UNA NUOVA PAVIMENTAZIONE STRADALE #30 | © n.c.

La ripavimentazione delle strade ricorda un notorio espediente elettorale. Un’operazione che (soprattutto nei tempi passati) indubbiamente migliorava la circolazione stradale mentre sanava antichi dissapori predisponendo ad un sentimento di gratitudine.



Non così nell’Ottocento quando il paese uscì dal forzato recinto delle mura e le costruzioni esterne si saldarono a quelle interne, spesso sfruttando la portanza ottimale dei basamenti delle mura stesse e praticamente inglobandole. L’idea di eliminare poi tutti gli altri ruderi per una operazione di igiene urbana si fuse con un progetto generale di rifacimento di tutti gli spazi stradali.

Era il 1845 quando, sindaco G. Meledandri, fu approvato e successivamente realizzato il “Progetto generale per lastricare tutte le strade interne di Castellaneta” dell’ingegner Giuseppe Magliala.

Così descrive il paese la relazione di accompagnamento:” L’abitato di Castellaneta messo nella parte meridionale di una piccola collina, e quindi con queste strade che lo attraversano in tanti modi diversi tranne due sole rotabili per l’accesso ai principali siti, capaci appena di due rotaie e non in tutta la loro lunghezza, riconosciuta la prima per Strada Maggiore che traversando la pubblica Piazza mette termine al largo che precede il Seminario, l’altra parte che può dirsi continuazione di quest’ultima detta Moricello rotabile non in tutti i punti; e la seconda col nome di Carrare, le altre poi che attraverso le prime che dividono la collina con forte inclinazione, appena a stento si trafficano con animali da soma”.

Una pavimentazione generale realizzata con “basoli” ricavati (così prescrive il progetto)dal fondo di proprietà del Reverendo Capitolo di Castellaneta presso la Contrada Sarricella (Sargella),distante 3700 palmi dall’abitato.

Il rifacimento totale della pavimentazione fu l’occasione per “allargare qualche tratto onde fosse di riposo ad una delle due vetture o carrozze che incontrandosi l’uno dia agio all’altro pel facile e sicuro passaggio”. La stessa strada Carrare era “appena suscettibile pel passaggio di una sola vettura”, così come il vicolo San Giliero “giammai pavimentato e in alcuni tratti intrafficabile”, oppure ancora il pendio Padroni “appena trafficabile per animali da soma”.

Un poderoso progetto di rinnovamento funzionale di tutte le strade interne, mentre all’esterno, cioè nelle aree che gravitavano fuori le mura, la situazione divenne animata, cominciando a formarsi alcuni borghi in sintonia con il fragile sistema infrastrutturale esistente. I collegamenti principali erano nella direzione di Taranto e Gioia; tuttavia esistevano strade secondarie nella direzione di Laterza e in quella del Convento di san Francesco che era funzionale ad un reticolo di strade interpoderali necessarie all’attività agricola.

Aurelio Miccoli

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