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OSPEDALI DI PUGLIA, RIVOLUZIONE IN CUCINA: MENSE A RISCHIO E LAVORATORI SUL PIEDE DI GUERRA

OSPEDALI DI PUGLIA, RIVOLUZIONE IN CUCINA: MENSE A RISCHIO E LAVORATORI SUL PIEDE DI GUERRA OSPEDALI DI PUGLIA, RIVOLUZIONE IN CUCINA: MENSE A RISCHIO E LAVORATORI SUL PIEDE DI GUERRA | © Castellaneta

Sono pronti ad incrociare mestoli e coltelli: sono i 2500 lavoratori delle mense ospedaliere di tutta la Puglia (circa 60 in provincia di Taranto) appesi alla procedura di consultazione preliminare di mercato predisposta, su mandato della Regione, da "Innova Puglia".



Con questa nuova e "chiacchierata" organizzazione, la Regione vorrebbe indire una gara d’appalto unica (in tutto il territorio regionale) per la fornitura del vitto ospedaliero, optando per centri di cottura unici e il ricorso al “cook & chill”, tecnica che consiste nella preparazione, abbattimento e rigenerazione dei piatti.

Una vera e propria rivoluzione rispetto a quanto accade attualmente con i centri di cottura interni agli ospedali; per questo i lavoratori sono sul piede di guerra: precari da sempre, cuochi e personale di cucina si esporrebbero al rischio occupazionale, rischiando nella migliore delle ipotesi il trasferimento in altre sedi di Puglia.

Alcune cucine ospedaliere rischierebbero la chiusura: Castellaneta può dormire sogni tranquilli, godendo di una cucina all'avanguardia che da sempre supera i controlli periodici ai quali viene sottoposta. Rischiano grosso, invece, Grottaglie, Martina Franca e il Santissima Annunziata di Taranto, nonostante siano quotidianamente in funzione e in barba alla ristrutturazione e messa a norma effettuate di recente.

Mercoledì scorso, con l'intento di sensibilizzare il mondo politico locale e regionale, i lavoratori si sono riuniti nel centro Polivalente anziani di Castellaneta: hanno incontrato i rappresentanti sindacali (che non sarebbero stati più convocati, nonostante gli accordi presi a maggio durante un incontro con la Regione) e l’assessore ai Servizi Sociali Alfredo Cellamare, espressamente delegato dal sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti a rappresentare l’ente in questa vicenda.

Virare verso cibi precotti, inoltre, significherebbe abbassare la qualità dei pasti serviti ai degenti. Di questo, ne sono convinti gli operatori che chiedono di bloccare la procedura e optare per l’internalizzazione del servizio, come accaduto con altri servizi che orbitano intorno alla sanità regionale.

In assenza di risposte confortanti, all'orizzonte ci sarebbe uno sciopero generale di tutti i lavoratori delle mense ospedaliere, esausti nel non voler più essere considerati merce di scambio ad ogni scadenza di appalto.

Redazione ViViCastellaneta

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