L'associazione I Portulani di Palagianello organizza la XIV edizione de “L’eredità di Paolo Borsellino”.
L'evento, si terrà il 17 luglio alle 20:30, nel castello Stella Caracciolo. Per l'occasione, l'avvocato Palermo ricorderà la figura di Paolo Borsellino e rivelerà alcuni aspetti delle sue indagini sulle stragi mafiose.
La serata sarà preceduta dai saluti del sindaco Maria Rosaria Borracci, dal consigliere della Regione Puglia Gianni Liviano e dalla presidente dell’associazione Marianna Caragnano.
L’introduzione sarà a cura del giornalista Orfeo Notaristefano, da sempre vicino al percorso dell’associazione in tema di legalità. La serata sarà moderata dall’avvocato Luigi Resta, referente per la legalità dell’associazione.
“L’eredità di Paolo Borsellino” nasce a Palagianello nell’estate del 2006 dall’idea di Luigi Resta, cofondatore dell’associazione “I Portulani – I Guardiani del Borgo Antico.
Il tema della legalità, insieme a quelli della tutela dell’ambiente e della promozione del territorio palagianellese, diventa da subito uno dei pilastri alla base dell’attività dell’associazione.
Legalità, giustizia e memoria sono i valori da cui prende le mosse l’iniziativa. In un Paese in cui il vizio della memoria non risparmia si dimenticano velocemente i buoni esempi e le buone prassi, diventa particolarmente importante creare occasioni di riflessione e di approfondimento affinché quei buoni esempi diventino “eredità” da trasferire alle nuove generazioni.
A tal fine particolare attenzione è stata prestata nella scelta dei relatori da coinvolgere nel corso degli anni (ben quattordici): magistrati, giornalisti, politici e personalità della società civile tutti accomunati dal comprovato impegno in materia di legalità e giustizia. Tra i magistrati spicca la partecipazione di Nicola Gratteri, uno dei giudici antimafia più esposti in Italia, che nel corso del suo intervento ci ha invitato a distinguere la vera antimafia, fatta di gesti concreti, dall’antimafia di facciata caratterizzata da proclami e passerelle.
Prima di lui, a ricordare Paolo Borsellino, è stato uno dei suoi collaboratori prediletti, Antonio Ingroia (allora ancora in forza alla magistratura) che ne ha ricordato alcuni aspetti della vita privataa conferma del coraggio e del rigore morale dello stesso. Magistrato che ha avuto il coraggio di avviare le indagini sulla trattativa mafia-Stato prima di passare il testimone al collega Antonino Di Matteo che l’ha proseguita sino ad avere una prima conferma giudiziaria al suo impianto accusatorio. In tema di rigore morale e professionale da sottolineare, in occasione della seconda edizione, l’intervento di Piercamillo Davigo, già membro del pool di Mani Pulite, rivelatosi una vera e propria lectio magistralis sul tema della corruzione.
Ed ancora ricordiamo gli interventi di Marco Dinapoli, procuratore capo presso il Tribunale di Brindisi, contraddistintosi per il suo impegno contro le mafie locali, di Michele Ruggiero, sostituto procuratore presso il Tribunale di Trani, autore di scottanti inchieste finanziarie e di Giuseppe Gatti, sostituto procuratore presso la DDA di Bari.
Tra i politici intervenuti meritano una menzione l’onorevole Angela Napoli, distintasi per le numerose e coraggiose battaglie condotte in seno alla commissione parlamentare antimafia, e Rosario Crocetta, all’epoca sindaco di Gela ed autore di una vera e propria rivoluzione civile antimafia.
Tra i diversi giornalisti ricordiamo Orfeo Notaristefano, autore di saggi/inchiesta sul potere mafioso, Alfio Caruso, giornalista siciliano (autore tra gli altri libri di “Milano ordina: uccidete Borsellino”, Aldo Pecora, giornalista, fondatore e leader del movimento “Ammazzateci tutti”, Ferruccio Pinotti, giornalista-scrittore (autore di saggi inchiesta su rapporti tra massoneria e mafia), Elio Veltri, scrittore (autore, tra gli altri, insieme a Antonio Laudati del libro “Mafia pulita”), Gianni Bianco, giornalista RAI (autore insieme a Giuseppe Gatti de “La legalità del noi”).
A dare un significato particolare all’iniziativa ci ha pensato Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, presente per ben due volte a testimoniare il suo instancabile impegno nella ricerca della verità sulla strage di via D’Amelio e, in particolare, sulle sorti dell’agenda rossa sulla quale Paolo Borsellino annotava le sue riflessioni e i suoi spunti investigativi. La carica emotiva dei suoi interventi, arricchita da ricordi personali e da duri moniti nei confronti di parte delle istituzioni, rimarrà impressa indelebilmente nella memoria dei presenti.
Quest’anno l’evento, giunto alla sua XIV edizione, vedrà la partecipazione dell’unico magistrato sopravvissuto ad una strage mafiosa. Si tratta di Carlo Palermo, attualmente avvocato, che sopravvisse nel 1985 alla c.d. strage di Pizzolungo in cui morirono tragicamente Barbara Rizzo e i suoi due figli gemelli facendo involontariamente da scudo al magistrato nello scoppio di un’autobomba. Carlo Palermo aveva richiesto il trasferimento a Trapani, su sua scelta, per proseguire quelle indagini su traffici di armi e di stupefacenti, coinvolgenti anche società finanziarie vicine a noti personaggi politici,che gli furono sottratte allorquando era insediato presso la procura di Trento.
Qualche anno dopo il tragico evento abbandonò la magistratura dedicandosi alla professione di avvocato penale ed assumendo incarichi da parte di parenti di vittime di mafia.
Nel contempo ha continuato ad effettuare ricerche private sulla strage che lo ha interessato nonché sulle stragi mafiose del 1992. I risultati di dette ricerche sono stati riportati in una sua recente pubblicazione “La bestia” in cui rivela come dietro gli attentati di stampo mafioso in realtà vi siano delle consorterie massoniche.
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