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Ospedale San Pio: la Cia scrive ad Asl e Regione

Il "San Pio" di Castellaneta Il "San Pio" di Castellaneta

La temporanea sospensione delle attività del presidio occidentale desta molta preoccupazione.

Potremmo dirci basiti davanti ad una così repentino atto deliberativo che dispone da qui a due giorni la chiusura, seppure temporanea, dell'Ospedale San Pio di Castellaneta, ma ormai non ci stupiamo più di niente.

Possiamo solo augurarci che questo provvedimento non sia il preludio di un ridimensionamento/chiusura piuttosto che dell'auspicato rilancio del presidio ospedaliero di primo livello che, lo ricordiamo, è al servizio di un bacino di oltre 150mila utenti e copre un intero versante della provincia di Taranto.

Non è dato sapere neanche il giorno fissato per la riapertura e questo non può che destare ulteriore preoccupazione nella popolazione. Non abbiamo, ad oggi, alcuna certezza sul futuro, considerato che il potenziamento è andato a rilento negli ultimi mesi, al limite della paralisi , nonostante le rassicurazioni ricevute nel mese di settembre 2019 incontrando la dirigenza ASL.

Esattamente un mese fa, come CIA provinciale Due Mari e come ANP provinciale (l'associazione pensionati della CIA) vi avevamo scritto per chiedere a che punto fosse il progetto di riattivazione e pieno funzionamento della rianimazione e dell'unità coronarica con emodinamica e il potenziamento del nosocomio come ospedale di primo livello, esigenza già rappresentata nei mesi antecedenti. Non c'è stato alcun riscontro alla nostra missiva.

La CIA e tutte le sue articolazioni - l'ANP, il patronato INAC, l'AGIA, l'Associazione Donne in Campo e tutti i suoi associati, in quanto cittadini utenti, sono impegnati da tempo nella battaglia per rilanciare l'ospedale di Castellaneta.

Ci saremmo aspettati uno sforzo indirizzato a garantire la piena operatività dell'ospedale durante l'emergenza Covid19, invece prendiamo atto di una decisione diametralmente opposta.

Riguardo, invece, a quanto si legge nella nota che annuncia la temporanea sospensione dell’ospedale, ovvero che la Direzione generale intende procedere al “monitoraggio del personale coinvolto a vario titolo in episodi di contagio con le relative quarantene e ad una contestuale sanificazione complessiva”, questo “in concomitanza del fisiologico rallentamento dell'attività ospedaliera conseguente alle festività pasquali” e che i degenti saranno dimessi oppure trasferiti in altri presidi ospedalieri: tutto ciò lo consideriamo un provvedimento alquanto tardivo rispetto al riscontro dei casi positivi avvenuto, a quanto ci risulta, più di due settimane fa.

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