in primo piano, Vincenzo De Benedetto, fiduciario Slow Food TarantoMissione genovese per valorizzare la Cozza tarantina per Slow Food Taranto, capitanata da Vincenzo De Benedetto, tarantino residente a Palagiano, fiduciario della condotta della città dei due mari.
Nello scorso fine settimana, infatti, dall’1 al 4 luglio, si è tenuto il salone Slow Fish a Genova, la grande kermesse di Slow Food Italia dedicata alle risorse marine e ittiche, autentico tempio per una variegata comunità di pescatori, scienziati, cuochi e organizzazioni, dove il pubblico viene educato al consumo responsabile, a partire dalle generazioni più giovani.
Proprio in questo straordinario contesto è stata presentata la Cozza tarantina, eccellenza della città dei due mari, un prodotto unico non solo per gusto e caratteristiche, ma oggi anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale, grazie al progetto plastic free promosso da Slow Food Taranto, che prevede l’utilizzo di retine in biopolimero con mais, compostabili, consentendo di eliminare del tutto la plastica dalla produzione dei mitili in Mar Piccolo.
L’obiettivo ora, è quello di far diventare la Cozza tarantina Presìdio Slow Food e di acquisire la Dop (Denominazione di origine protetta), per differenziare i mitili prodotti in Mar Piccolo dal resto della produzione nazionale e internazionale e sviluppare, quindi, nuovi mercati.
«A Genova è stato un grande successo – commenta Vincenzo De Benedetto, fiduciario di Slow Food Italia – la Cozza tarantina ha riscosso grande interesse non solo per le sue caratteristiche organolettiche, ma anche con il nostro progetto plastic free, a impatto ambientale zero, che ha suscitato le attenzioni perfino dei miticoltori genovesi. Un’idea, quella di utilizzare retine compostabili, che ci è venuta osservando le reti del Capocollo di Martina, presìdio Slow Food del nostro territorio. Da qui è partito il nostro percorso, fino alla sperimentazione in Mar Piccolo, con risultati straordinari, pensate che ad oggi abbiamo risparmiamo oltre 10 tonnellate di plastica che ci stimolano a proseguire su questo percorso anche in Mar Grande, per valorizzare i nostri mitili non solo come i più buoni, ma anche quelli più ecosostenibili, con l’eliminazione delle plastiche dal mare e dalla nostra vita».
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