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Terminate le riprese a Mottola de “L’ultima scelta”: short film di Altamura e Greco

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«Ciak, si gira!» Si sono concluse da poco, infatti, le riprese dello short film “L’ultima scelta”, opera prima di Antonio Altamura, cineasta mottolese, e del regista Tommaso Greco, già autore di molti cortometraggi come “I Raffinati” e “Atto d’amore”.

La pellicola, girata nell’arco di circa nove mesi, ha trasformato Mottola e alcune località limitrofe in set cinematografici a cielo aperto, fotografando bellezze e peculiarità del territorio.

C’è ancora assoluto riserbo sulla trama del film, ma qualcosa è già noto. Al centro, infatti, c’è la storia di un personaggio, Sergio, di professione ufficiale dell’Arma, creato sulla falsariga del colonnello “Ultimo”. Nulla di più diverso, però, fanno sapere gli autori, dai telefilm polizieschi degli ultimi anni. “La nostra- dicono in coro Altamura e Greco, che hanno scritto a quattro mani la sceneggiatura-, è una pellicola storica, un romanzo, che ha l’obiettivo di raccontare e mettere in contraddizione le abitudini, gli usi e i costumi dell’Italia in piena mattanza dei corleonesi”.

L’idea di raccontare questa storia nasce da Antonio Altamura, un appassionato docente col pallino del cinema, che nell’estate del duemiladiciassette ha già il soggetto per un’embrionale idea cinematografica. L’idea verrà incentivata da Tommaso Greco, che ha già esperienze nel settore e che diventerà uno dei protagonisti di questo progetto. A loro si aggiungerà subito Felicita Quarto, che avrà uno dei ruoli cardine della pellicola, la segretaria di produzione Domenica Latorrata e una caterva di film maker, tra cui Vittorio Pedone, Enzo Mastrolonardo, Dascia Stone, Carmine Picaro, Gianni Laneve, come fotografo di scena ci sarà Franco D’eredità e come truccatrice Gea Madaro.

Lo staff sarà completato nel corso di una serie d’incontri propedeutici, partiti a luglio del duemiladiciassette, dagli attori dilettanti Francesco Perrone, Felicita Quarto, Fulvio Mandorino, Nunzia Gentile, Umberto Bello e Fabrizio Loperfido.

«Tanti mottolesi hanno collaborato con noi in questa difficile e ambiziosa autoproduzione- hanno concluso i registi-, per raccontare la storia del nostro Sergio, fatta di rapporti umani, amicizie e scelte, in uno dei periodi più neri della storia d’Italia».

Un personaggio, dunque, che si muove come Ultimo ma che non è Ultimo e una pellicola tutta made in Mottola che accende il dibattito di qualche settimana fa sulla revoca della scorta al celebre carabiniere che arrestò Totò Riina.

Andrea Carbotti

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