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«La salma di Amadou deve tornare a casa, in Gambia»

Ospedale "San Pio" di Castellaneta Ospedale "San Pio" di Castellaneta

«La salma di Amadou deve tornare a casa, in Gambia». Per l’associazione Babele, che ha avviato una raccolta fondi per pagare il rimpatrio del corpo, si tratta dell’ultimo gesto di umanità nei confronti del giovane africano.

Un gesto che raccoglie la volontà di alcuni suoi connazionali e amici, che hanno deciso di partecipare al dolore della famiglia contribuendo alle spese di trasporto. In contatto con la famiglia d’origine, in un villaggio del Gambia, gli amici di Amadou hanno chiesto agli operatori dell’associazione Babele di fungere da collettore per la raccolta di questi fondi, che poi si è allargata all’esterno grazie anche all’appello lanciato tramite i social network.

«Fino a ora non abbiamo ancora contezza di quanto sia stato raccolto – hanno spiegato dall’associazione –, servono almeno 5mila euro per coprire le spese, ma in ogni caso ci faremo carico di quanto mancherà. Una nostra operatrice è in contatto con l’ambasciata gambiana per definire i dettagli dell’operazione, abbiamo già chiesto informazioni ad alcune agenzie specializzate nella traslazione internazionale di salme».

Il corpo di Amadou si trova ora nelle celle frigorifere dell’obitorio dell’ospedale “San Pio” di Castellaneta.

La notizia: giovane migrande si suicida a Castellaneta Marina

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