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Pediatria e Punto Nascita a Castellaneta: monta la protesta dei sindacati

Ospedale San Pio di Castellaneta Ospedale San Pio di Castellaneta

Continua a tenere banco la decisione temporanea di centralizzare al Santissima Annunziata di Taranto, le attività di Pediatria e punto nascita dell'ospedale San Pio di Castellaneta.

Una presa di posizione della Asl di Taranto, dettata da alcuni criteri di sicurezza venuti meno e dal numero esiguo di medici pediatri che operano nel nosocomio occidentale presente a Castellaneta.

Una tragedia, poi, ha fatto precipitare gli eventi: la morte di un neonato durante un parto nella notte tra giovedì e venerdì. Una disgrazia slegata dalla condizione operativa dell’ospedale (tant’è che non si registrano iniziative da parte dei familiari), ma che avrebbe colpito particolarmente la neonatologa che stava prestando assistenza, provocandone il collasso e la conseguente richiesta di congedo temporaneo per malattia.

Sull'argomento è intervenuta Anaao-assomed Taranto: «In questo momento, il nostro pensiero e cordoglio va alla famiglia del neonato tragicamente e prematuramente scomparso in quella che doveva essere una giornata di gioia ma non possiamo non dedicare un pensiero anche alla collega colta da malore in conseguenza dello stesso tragico evento e riflettere sui tempi di attivazione dell’UTIN di Bari.

Come sindacati non possiamo non pensare alla sicurezza dei pazienti ricoverati nei nostri ospedali ma neanche trascurare quella dei colleghi che prestano la loro opera in condizioni talmente disagiate da rappresentare un pericolo, anche fisico, per loro.

Quanti colleghi sono affetti da patologie tumorali o cardiache? Normali patologie o somatizzazione di condizioni di lavoro che tutto possono essere definite eccetto che normali?

Sconcerta la dichiarazione rilasciata dal direttore generale Stefano Rossi, specialmente in un momento come questo quando, per quella che potrebbe sembrare una tragica trama, un problema tecnico sembra abbia determinato l’interruzione dell’energia elettrica all’intero nosocomio di Castellaneta, portando alla luce anche i problemi di manutenzione degli impianti: «La sicurezza viene prima di tutto, se non possiamo garantirla fino in fondo siamo costretti a rivedere l’organizzazione dei reparti».

Forse il direttore generale dimentica che la sicurezza non sembra essere mai essere stato uno degli obiettivi di questo management e dei politici, che parlano senza avere alcuna cognizione di causa della situazione.

La sanità ionica dopo anni di decisioni “politiche” ha perso del tutto il suo appeal tra medici che vanno via, ultimi due ortopedici di notevole spessore e una fisiatra a tempo determinato che ha retto l’intero reparto, sola con un collega ora in malattia, e altri che rifiutano di venire a lavorare a Taranto.

Alcune organizzazioni sindacali, la FMV, la Fassid, la CGIL Medici e Dirigenza Sanitaria, la CICL Medici e la Fesmed, con in prima fila l’Anaao, hanno da tempo e pubblicamente, sia pur ignorate, dalle autorità costituite che dai politici sia nazionali che del territorio, lanciato un grido di allarme che se continuerà a rimanere inascoltato si tradurrà nell’azzeramento della sanità pubblica ionica come sino ad ora conosciuta.

Certamente non basterà il maggiore ricorso alle strutture sanitarie private, cosa che sembra sia costata 250 mila euro per il solo mese di luglio alle casse dell’ASL, senza, tra l’altro possibilità, di verifica. Se ciò fosse confermato si tratterebbe dell’ennesimo, scriteriato, modo di gestire la sanità pubblica con una spesa che sottrae risorse alle già in crisi casse dell’ASL.

Più volte sono state segnalate situazioni critiche come quella della Chirurgia di Manduria dove si “viaggia” sulle 200 ore circa di straordinario, cioè più delle ore mensili previste, dei reparti di Anestesia dove, nel silenzio di alcuni sindacati, i medici lavorino con ritmi da catena di montaggio e, in alcuni casi da mesi, in assenza di primario, o la neurochirurgia di Taranto dove, nonostante la drastica diminuzione del numero dei medici per pensione e trasferimenti negli ultimi due anni, le condizioni e le modalità d’imposizione dei turni sono tali che altri due medici hanno espresso la volontà prossima di andare via, cosa che comporterebbe la chiusura del reparto che rimarrebbe con soli quattro medici.

In questa ASL, nel silenzio totale, sembra essere una chimera l’applicazione delle norme sui riposi e mentre in Veneto i NAS indagano sui medici senza specializzazione qui, sempre con la complicità di qualche sindacato, sembra che nei Pronto Soccorsi lavorino molti medici non solo privi di specializzazione ma assunti a “chiamata diretta”.

Per Castellaneta, dove la situazione si trascina da mesi, casualmente e improvvisamente, dopo la diffida del sindacato dei medici pediatri e il tragico evento che vede protagonista un neonato, ci si rende conto che il numero dei pediatri è insufficiente.

Questo anche se l’ultimo assunto in ASL sembra sia stato destinato a Martina Franca, anche se sembra avere più medici della pediatria di Taranto. Quando ci si renderà conto che la Fisiatria di Grottaglie versa, come altri reparti, nelle stesse identiche condizioni?

Due medici a otto mesi, in attesa di altri due che dovrebbero arrivare a dicembre, di cui una cessa il servizio a fine agosto e l’altro è in malattia dopo l’assenza per esiti di un incidente stradale che sembra sia avvenuto dopo l’ennesima guardia da dodici ore.

Dobbiamo aspettare un altro tragico evento? Le organizzazioni sindacali rimangono sempre a disposizione della direzione generale per dare il loro contributo anche se ignorate e, molte volte, fraintese ma la politica deve iniziare ad assumersi le proprie responsabilità. Anche noi vorremmo sapere quali sono i progetti a medio-lungo termine per questa ASL. La chiusura o l’accorpamento con Brindisi?».

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