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Ex Ilva: A rischio 300 lavoratori del gruppo Castiglia

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La Fim Cisl Taranto e Brindisi chiede lumi all’ArcelorMittal dopo il mancato accordo sulla procedura di licenziamento per 201 dei 264 dipendenti del gruppo Castiglia di Massafra.

«Sulla situazione dell’indotto-appalto chiediamo un incontro ad Arcelor Mittal per capire quali sono i piani della sua controllata Alliance Green Service, ma soprattutto chiediamo a tutte le nuove aziende appaltatrici subentranti di farsi carico del personale attualmente in forza alle imprese uscenti».

Così in una nota, scrive il sindacato, dopo il mancato accordo sulla procedura di licenziamento; una procedura avviata dal gruppo Castiglia per 201 dipendenti, attualmente impiegati nel siderurgico di Taranto tra pulizie industriali, civili, trasporti e servizi, inquadrati sia col contratto multiservizi che con quello metalmeccanico-industriale.

Inoltre ci sono ulteriori 100 contratti in scadenza tra settembre e ottobre 2019.

«Dopo il mancato accordo – spiega Biagio Prisciano della segreteria Fim Cisl di Taranto – andremo all’ufficio vertenze di lavoro della Provincia di Taranto per un ulteriore passaggio a completamento della procedura.

Clausola sociale a parte, noi chiederemo che per tutti i lavoratori, sia a tempo indeterminato o a scadenza, siano assunti dalle aziende che subentreranno».

«Speriamo che la risposta delle imprese sia positiva – afferma Vincenzo Castronuovo della Fim Cisl Taranto - altrimenti, a fronte di nuovi disoccupati, certo non staremo fermi, in quanto nel territorio non possiamo permetterci minimamente ulteriori perdite di posti di lavoro.

Nello stesso tempo diciamo no a svendita di professionalità, che va salvaguardata, mantenendo inalterato l’aspetto economico e la parte normativa contrattuale; inoltre richiamiamo l’attenzione sul tema della sicurezza, affinché non venga compromessa dalla riorganizzazione in atto e che, come spesso accade, non diventi conseguenza negativa frutto dei continui ribassi sui costi del lavoro.

Nel gruppo Castiglia – spiega ancora Castronuovo – ci sono lavoratori in forza da diversi anni, i quali, proprio in virtù di questo, hanno tracciato il proprio percorso sia in ambito lavorativo che familiare, con impegni economici, mutui e le relative scadenze, per cui ora si pone anche questo ulteriore problema soprattutto di natura economica.

Pertanto – conclude – non permetteremo a nessuno, che i lavoratori dell’indotto, a prescindere dalla tipologia di contratto, possano essere vittime del cambio di rotta frutto della nuova gestione».

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