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VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL VESCOVO ANTONIO D’ERCHIA

VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL VESCOVO ANTONIO D’ERCHIA VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL VESCOVO ANTONIO D’ERCHIA | © n.c.

Ricorre oggi il XX anniversario della morte di S.E. Mons. Antonio D’Erchia. Era infatti il 6 Ottobre del 1997 quando, poco dopo le 21.00, al termine del suo pellegrinaggio terreno il vescovo D’Erchia, accolto dal Buon Pastore che egli aveva reso presente nel governo delle comunità ecclesiali a lui affidate, ritornava alla Casa del Padre.



Era Nato a Massafra il 18 Maggio del 1911, nello stesso giorno in cui nove anni dopo sarebbe nato San Giovanni Paolo II, il Papa della sua ultima stagione episcopale e di vita. Una tradizione orale tramandata dalla fedelissima nipote, la Sig.na Scolastica D’Erchia, ricorda che la levatrice, al momento della sua nascita, con semplice e popolare “profezia” esclamò: «un prete muore, un altro prete nasce!». Qualche giorno prima, infatti, il 13 Maggio del 1911, moriva a Massafra l’Arciprete Salvatore Tramonte (*1) . Così Antonio D’Erchia non solo diventò sacerdote, ma più tardi Dei et Apostolica e Sedis gratia sarebbe diventato anche vescovo.

Inseparabile amico dell’Arciprete Mons. Paolo Ladiana, D’Erchia ne condivise sin dall’infanzia e in parte la stessa austera formazione presso il Seminario di Santa Scolastica a Subiaco, adiacente all’omonima Abbazia Sublacense.

Il 31 Dicembre 1933, durante l’Anno Santo Straordinario indetto da Papa Pio XI con la Bolla “Quod Nuper” in occasione della ricorrenza centenaria della Redenzione, Antonio D’Erchia veniva ordinato sacerdote. Fu la prima ordinazione sacerdotale celebrata nella “Chiesa Nuova” di Massafra, aperta al culto due anni prima.

Dal 1932 al 1945, già da diacono e nei primi anni di sacerdozio, Don Antonio fu Vice Rettore e Professore nel Seminario Diocesano di Castellaneta. A Massafra continuò il suo servizio pastorale come Rettore del Santuario “Madonna della Scala” dal 1938 al 1959.

Quando poi il 17 Agosto del 1947, il vescovo diocesano di Castellaneta Mons. Francesco Potenza, gli conferì il possesso canonico della Parrocchia del Carmine, che resse fino al 1957, nel suo messaggio augurale il vescovo sollecitava a Don Antonio D’Erchia un programma di lavoro che prevedesse l’incremento e lo sviluppo di tutta l’area urbana interessata e gli proponeva “una sede più vasta e più degna rispetto a quella al momento in uso” (*2).

In questo messaggio del Vescovo diocesano Mons. Potenza, per la prima volta veniva di fatto concepita quella che sarebbe stata, dopo qualche anno, la nuova Parrocchia e Chiesa del Sacro Cuore, di cui Don Antonio sarà il diretto promotore della sua costruzione e primo Parroco dal 1958 al 1963.

Il 17 Dicembre 1962 Papa Giovanni XXIII (ora Santo) eleggeva Don Antonio D’Erchia Vescovo titolare di Podalia e Prelato Nullius di Altamura e Acquaviva delle Fonti, governo prelatizio che mantenne fino al 1969. Nel contempo, prima di diventarne vescovo, sarà anche Amministratore della Diocesi di Conversano. Il 19 Marzo del 1963, nella Solennità di San Giuseppe Sposo di Maria e Patrono della Chiesa universale, Don Antonio venne consacrato vescovo.

L’11 Ottobre del 1962 si aprirono i lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II e il neo vescovo Antonio, in seguito, fu “trattenuto a Roma dal sacro dovere e sommo onore della partecipazione al Concilio” (*3) . Da quell’assise e da Padre conciliare, Mons. D’Erchia mantenne la comunione pastorale con la sua comunità ecclesiale, testimoniando in modo immediato i processi di Riforma della Chiesa: ai laici sollecitava la partecipazione attiva raccomandando di rendere testimonianza nelle tre dimensioni dell’apostolato, quello della Famiglia, della Parrocchia, di ambiente, e incoraggiando anche l’associazionismo cattolico (*4) ; ai preti ricordava l’esigenza della santità sacerdotale in quanto chiamati “…ex hominibus … pro hominibus…”, lo spirito di disinteresse, l’esercizio della Carità nella sollecitudine pastorale e la docilità filiale al Vescovo (*5).

Dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, il vescovo Antonio D’Erchia poté iniziare a fare sintesi degli insegnamenti conciliari nelle nuove comunità a lui affidate, quelle di Monopoli (dal 1969) e di Conversano (dal 1970), dapprima unite in persona Episcopi e poi divenute unica diocesi di Conversano – Monopoli (dal 1986).Mons. D’Erchia lasciò il governo della diocesi per raggiunti limiti di età nel 1987, ritornando così a Massafra dove ha continuato a servire la chiesa locale, soprattutto offrendo la propria disponibilità per le celebrazioni eucaristiche, e nel giorno di sabato, con l’abituale impegno pomeridiano a servizio delle confessioni nella Parrocchia di S. Lorenzo M.

Il suo magistero episcopale nel solco del Concilio si è incentrato sui principi della comunione ecclesiale o Koinonìa, del Servizio o Diaconia, della proclamazione della Parola, della Fractio Panis, fino ad affrontare il tema delicato, molto discusso a fine anni ’60 e inizio anni ’70, della “fedeltà al Vicario di Cristo” e della “comunione col Vescovo”.

Ben a ragione Mons. D’Erchia era solito autografare la sua dedica posta in calce alle foto ufficiali con queste parole: “Col Vescovo, col Papa, con Cristo…+Antonio D’Erchia”.

Con questa frase si può sintetizzare il cammino episcopale di Mons. Antonio D’Erchia, che già con il suo motto pose sotto la protezione della Beata Vergine Maria, scegliendo un versetto dell’inno mariano “Ave Maris Stella”, per l’appunto «Iter para tutum». Un cammino sicuro – come rappresenta l’araldica del suo stemma episcopale – per quella barca che è la Chiesa, mossa dalla vela che è Cristo, dalla potenza dello Spirito Santo, e illuminata dalla Stella che è Maria (*6) .

Dopo la sua morte, il vescovo Antonio D’Erchia attende la resurrezione dei giusti in una tomba monumentale nel Duomo di Massafra, sua città natale, ai piedi della tela raffigurante la Natività. E proprio a ricordo del suo “Dies Natalis” nella comunione dei Santi, celebrato vent’anni or sono, possa ancora l’illustre Presule vivere a lungo nella Memoria dei massafresi e di quanti lo conobbero.

Giuseppe Delprete

(*1) Scheda biografica del Can. Salvatore Tramonte, in Elenco dei Sacerdoti di Massafra esercitanti il sacro ministero dal 1905 ad oggi, Sagrestia della Parrocchia di San Lorenzo M., Massafra (Ta).
(*2) Ladiana F., La comunità del S. Cuore, Massafra 1994, p. 27.
(*3) Cfr. Lettera dal Concilio ai Superiori e Professori del Seminario Vescovi di Conversano, Roma, 29 Settembre 1964, dattiloscritto conservato nella Direzione del Seminario Vescovile di Conversano.
(*4) Cfr. Lettera dal Concilio ai laici, 11 Ottobre 1964, in Supplemento a “Vita Cattolica per la Diocesi di Conversano”, n. 4 (Novembre 1964), Biblioteca Seminario Vescovile, Conversano.
(*5) Cfr. Lettera dal Concilio ai Sacerdoti, 4 Novembre 1964,Grafiche Favia – Bari/Roma, Biblioteca Seminario Vescovile, Conversano.
(*6) Fusillo V. D., Presentazione a “Col Vescovo, col Papa, con Cristo” Lettere Pastorali di Mons. Antonio D’Erchia, Istituto di Scienze Religiose “Maria Madre della Sapienza”, Conversano 1999.

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