Ci fu un tempo in cui le confraternite erano anticamere dei potenti di turno. Così a Mottola, tra il 1906 e il 1907, si consumò una vera e propria “guerra tra Madonne”.
Due confraternite, due fazioni, due visioni della città si contesero con tenacia il titolo di patrona secondaria. Alla fine la spuntò la confraternita del Carmine, poi il tempo ha mischiato le carte.
Oggi la bolla del 23 gennaio 1907 firmata da Papa Pio X, che sancisce ufficialmente che la Madonna del Carmine è patrona secondaria della città di Mottola, accanto a San Tommaso Becket, è stata ritrovata e confrontata con articoli in punta di penna e lettere minacciose.
Tutti insieme raccontano il vecchio scontro tra confraternita del Carmine, allora espressione del “partito dei signori”, e la confraternita del Rosario, legata al sindaco di allora Onofrio Sansonetti, leader del “partito dei popolari”.
A rievocare questo curioso e turbolento episodio di storia locale sono stati ieri sera i ricercatori storici Nicolò D’Elia e Sergio Natale Maglio nel corso di una conferenza intitolata, appunto, “Guerra tra Madonne”, ospitata nella sala convegni comunale. L’evento è stato organizzato dall’associazione Pro Mottola, dedicata alla memoria di Enzo Lippolis.
Che dire, se oggi la devozione unisce, allora fu proprio la fede a spaccare il paese. Ora i confratelli si dedicano esclusivamente a celebrazioni, processioni e sacri riti e la “guerra tra Madonne” è, per fortuna, una memoria troppo antica. Priori e consiglieri hanno deposto le armi, e anche se ogni campanile ha avuto la sua voce, ora le campane suonano in coro.
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