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Da Milano la storia del sommelier Giuseppe Emanuele Montemurro

Da Milano la storia del sommelier Giuseppe Emanuele Montemurro Da Milano la storia del sommelier Giuseppe Emanuele Montemurro | © n.c.

Continuiamo il nostro viaggio e questa volta facciamo tappa in Italia, a Milano, dove incontriamo a 950 km da Massafra il nostro giovane amico Giuseppe Emanuele Montemurro.

Vi raccontiamo la sua storia.

Nome? Giuseppe Emanuele Montemurro.

In che Paese e città vivi? Milano.

Che professione/attività svolgi? Sommelier.

Cosa ti ha spinto a lasciare la tua terra d'origine? Sono via da circa dieci anni e, all'inizio, sono andato via per gli studi, dopo ho continuato a spostarmi sia per lavoro, sia per la curiosità di vedere posti nuovi.

Quale sogno avevi lasciato nel tuo paese d'origine? Si è poi realizzato? Avevo parecchi sogni. Alcuni li ho realizzati, tipo lavorare all'estero o comunque vivere in posti diversi ed altri col tempo si sono trasformati in qualcos'altro: ad esempio volevo diventare "Food and Beverate Manager" ma non pensavo allora che mi sarei appassionato al mondo dei vini, ero più concentrato sulla contabilità e controllo di gestione degli hotel, ma dopo aver lavorato in ufficio ho capito che non è roba per me per il momento.

Le più grandi difficoltà che hai trovato? Quando si cambia così spesso, le difficoltà maggiori sono dovute alla solitudine di quando sei "quello nuovo" e quindi bisogna conoscere tutti e capire di chi fidarsi o no. Fortunatamente col tempo ho imparato a metterci poco tempo.

Avverti mai la nostalgia della terra natia? La nostalgia che si prova di solito è legata a famiglia, cibo, luoghi e devo dire che mi manca anche esprimermi in dialetto.

Tre pro e contro di Massafra, e della città in cui vivi adesso? Tre pro di Massafra: paesaggio meraviglioso e poco comune, i nottambuli come me riescono sempre a trovare un posto dove prendere un caffè o una birra anche ad orari improbabili, il mare a due passi. Tre contro: incuria, vorrei ci fosse una coscienza civile e comunitaria più sviluppata (ma questo è un grosso problema anche nel resto d'Italia, salvo eccezioni), lavoro che manca.

Tre pro di Milano: è una città viva dove c'è sempre qualcosa da fare, si incontra gente da ogni parte del mondo, si riesce ad avere un buon equilibrio tra vita privata e professionale. Tre contro: ci vivo ancora da troppo poco tempo, quindi non sono ancora riuscito a trovare gli svantaggi di vivere qui se non la lontananza da casa e dal mare.

Che atteggiamento hanno nella tua nuova città nei confronti dei meridionali Perché a Milano è rimasto ancora qualcuno che non sia meridionale o straniero?

Quali i tuoi progetti futuri? Penso di restare in questo ruolo a per altri 3/4 anni. Poi non mi dispiacerebbe un esperienza di lavoro nel "nuovo mondo" vinicolo come Nuova Zelanda, Australia, Sud Africa o Sud America.

Torneresti a Massafra o rifaresti la scelta di andar via? Ci tornerei, ma ho ancora voglia di andare in giro ed il mondo del vino può darmi gli stimoli giusti.

Un saluto per i massafresi nel dialetto della tua nuova città? Non sono pratico ancora del dialetto di Milano.

Luigi Serio

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