
Il disegno di legge Ex Ilva, in fase di conversione al Senato, è al centro di una discussione che coinvolge la Confederazione AEPI (Associazioni Europee di Professionisti e Imprese) e il relatore del DDL, il senatore Salvo Pogliese.
L'incontro tenutosi ieri mattina al Senato ha visto la presentazione di un subemendamento da parte di AEPI, volto a ampliare la platea dei beneficiari delle tutele previste dal decreto.
Il presidente della Confederazione AEPI, Mino Dinoi, ha dichiarato che il disegno di legge è di "straordinaria importanza per la tenuta del tessuto economico tarantino", ma ha sottolineato la necessità di estendere le tutele anche alle imprese di dimensioni più contenute che operano nell'indotto di Acciaierie d'Italia. Secondo Dinoi, il futuro di queste imprese è attualmente in bilico e non sono ancora ricomprese nelle misure di protezione del decreto Ex Ilva.
Il presidente provinciale di AEPI Taranto, Michele Montemurro, ha spiegato i punti chiave della proposta di subemendamento presentata al senatore Pogliese. Tra questi, l'estensione degli aiuti alle imprese a capitalizzazione media, l'ampliamento della platea delle imprese coinvolte nell'indotto, coinvolgendo anche quelle indirettamente legate all'ex Ilva. Inoltre, la proposta suggerisce di individuare soggetti tenuti all'acquisto di crediti riconosciuti alle imprese dell'indotto e di estendere il periodo di integrazione salariale riconosciuto ai lavoratori delle imprese coinvolte.
Dinoi ha evidenziato che c'è il rischio concreto che numerose imprese e lavoratori non siano inclusi nelle tutele previste dal decreto, a causa di limiti di fatturato fissati troppo bassi. La Confederazione AEPI chiede, quindi, un intervento correttivo per evitare che questa situazione escluda le imprese e i lavoratori dalla protezione prevista nel decreto Ex Ilva.
La situazione è delicata e AEPI confida che il governo comprenda l'eccezionalità della situazione economica a Taranto e accolga la proposta di subemendamento presentata. Il tessuto economico della regione è in gioco, e le misure correttive richieste da AEPI potrebbero contribuire a preservare la stabilità delle imprese coinvolte e dei lavoratori che dipendono dall'indotto di Acciaierie d'Italia.
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