
Massafra si dimostra ancora una volta terra di artisti, come testimoniato dalle opere di Vera Mastrangelo che sono state esposte nel mese scorso alla "Biennale dei Normanni" con Vittorio Sgarbi e Angelo Crespi al Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea Sciortino di Monreale che ha visto la partecipazione di 400 artisti contemporanei di oltre 80 paesi.
Classe 1987, dopo essersi diplomata allo scientifico De Ruggieri, si è dedicata a corsi universitari di architettura e ingegneria edile, sino a che decide di dedicarsi interamente all’arte.
Frequenta così l’Accademia di Belle Arti di Lecce col massimo profitto, in sèguito si forma come operatrice museale e attualmente è docente di arte, nonché storia dell'arte e discipline pittoriche, grafiche e scenografiche.
Ha vinto vari premi nazionali e ha esposto per varie collettive in Puglia e Lucania. Ma non si è limitata ai nostri confini, difatti nel 2019 ha preso parte all’esposizione internazionale d’arte visiva in Lombardia, e poi è stata presente anche in Toscana.
Quest’anno, invece, è stata e sarà impegnata in varie iniziative su tutto il territorio nazionale, quali - per citarne solo alcuni - l’annuario "Artisti '20" di Firenze (volume d’arte contemporanea edito dalla Mondadori, in cui è inserita nella sezione stilistica surrealista e in quella “Arte Mercato”), la Biennale dei Normanni a Monreale (presso la quale si è distinta “attraverso una spiccata personalità artistica, frutto di costante ricerca espressiva ed esuberante creatività”), il progetto editoriale Art Leader (una guida all’investimento e al mercato dell’arte, acquistabile altresì tramite gli spazi IBS e La Feltrinelli), ArTV (canale visibile su Odeon TV e online su Art Web Channel TV, che proporrà un focus sulla sua carriera).
Come espresso dalla critica e giornalista Elena Gollini, le immagini rese da Vera Mastrangelo si presentano rigorose, ma al contempo possiedono un’elevata e delicata componente di “lirismo poetico di contorno”, che porta a un coinvolgente impatto scenico.
Il suo amore per l’arte ben traspare dalla propria indole, poiché l’intento della nostra giovane artista non è quello di reclamizzare la sua attività, bensì di conferire valenza al suo talento: come dichiara, infatti, «Vivo questi progetti che mi vedono coinvolta come esperienze di passaggio, non come destinazioni. Il mio intento, più che pubblicizzare la mia arte, è quello di “catturare” e imparare, cercare connessioni significative nel corso del tempo e dargli valenza. Mi piace pensare che la vocazione artistica appartenga a chi sente dentro di sé l’estrema necessità di non disperdere qualcosa di importante e inciampa nell’ostinata voglia di affrontarsi.
L’arte non segue né originalità né consenso, esiste anche quando nessuno sta a guardare! La parola “artista” è ormai abusata; non basta la manualità o un’idea originale. C’è bisogno di autoriflessività, coscienza di sé e di quello che ci circonda, educazione e studio! Solo così possiamo aspirare ad essere strumenti intelligenti di divulgazione artistica, esseri pensanti tra coscienze assopite. L’Arte richiede valore, un’umanità viva e incondizionatamente autentica, uno sguardo vibrante. Io non credo mai a chi dice di essere un artista ma quando gli sto vicino non vedo quegli occhi timidi e imbarazzati che “soffrono di verità”! L'arte ha per occhi un pirografo! E se non arde, io vedo solo un bravo esecutore che incide a punta tiepida lasciando un segno che non urla, non fumeggia e non dilania.
Quindi ogni progetto che intraprendo lo vivo come opportunità di maturazione. Si può imparare continuamente da ogni persona, da ogni evento o esperienza. Basta avere coraggio, saper guardare oltre e saper equilibrare i propri sogni».
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