Un fuoco di bivacco del "Mottola 1"Una richiesta di aiuto e un invito a scoprire il mondo dello scoutismo.
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Suona così la lettera che il gruppo scout Mottola 1 ha affidato alla nostra redazione e, di conseguenza, a tutti i cittadini di Mottola, raccontando tra le righe la ricchezza del metodo educativo scout e la precarietà della società, che impedisce agli educatori di seguire un percorso di formazione costante, influendo sul numero degli associati.
Un paradosso, specie quando, come nel caso del Mottola 1, si è attivi dal 1984 e si è diventati un punto di riferimento per il territorio.
«Consideriamo lo scoutismo - scrivono - un ottimo ambiente di crescita e una valida occasione per relazionarsi con i coetanei. Numerosi bambini e ragazzi, infatti, si sono susseguiti negli anni sotto la guida di educatori che hanno dedicato loro tempo e passione».
Il problema sostanziale, dunque, è rappresentato dall'assenza di adulti pronti a rinnovare periodicamente la comunità capi: «Le nuove generazioni sono attratte da ciò che la globalizzazione e l’emancipazione propone e sono impegnate in mille attività. Il tutto si ripercuote, purtroppo, sul numero degli associati».
Nonostante ciò, c'è il desiderio di portare avanti la proposta educativa e di continuare a offrire un luogo di incontro e di formazione ai giovani ragazzi mottolesi. Ne è nato un appello, con l'obiettivo di scuotere la cittadinanza:
«Vogliamo invitarvi - conclude la capogruppo Annarita Romanelli - a valutare la proposta e il metodo scout come educazione per i vostri bambini, vogliamo invitare voi giovani a mettervi in gioco e voi adulti a collaborare e impegnarsi con noi per il bene del nostro paese e dei ragazzi che ci vengono affidati».
Andrea Carbotti
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