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Prestazioni mancate in Pandemia, «le Asl evitino di procedere nei confronti dei pazienti impossibilitati»

Antonio Paolo Scalera Antonio Paolo Scalera

«Le Asl evitino di procedere nei confronti dei cittadini che durante il Covid non hanno più potuto effettuare visite o prestazioni sanitarie per le restrizioni dovute all’emergenza». 

Lo afferma il consigliere regionale Antonio Paolo Scalera (La Puglia Domani), vicepresidente della V Commissione (Ambiente, Tutela del Territorio e delle Risorse Naturali).

«Nei giorni scorsi - afferma Scalera - ho depositato presso gli uffici legislativi della Regione una mia proposta di legge di modifica ed integrazione alla legge regionale numero 26 del 6 agosto 2021 avente come oggetto: “Affrancamento dall’obbligo di corrispondere ticket e sanzioni per la mancata disdetta delle prenotazioni”. Le Aziende Sanitarie Locali stanno provvedendo ad inviare avvisi di pagamento per prestazioni sanitarie - non disdette - anche nel periodo in cui il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale e, cioè, dal 30 gennaio 2020 al 31 marzo 2022.

L’emergenza legata all’epidemia ha visto l’intero territorio nazionale soggetto a restrizioni a riguardo della mobilità, oltre che per la necessità di non intasare gli ospedali per attività sanitarie non riconducibili alle priorità legate al Covid.  Per tale ragione, anche chi, pur avendo prenotato visite e prestazioni sanitarie in tempi precedenti alla dichiarazione di emergenza nazionale, ha dovuto, per necessità, non usufruire delle erogazioni sanitarie.

La decisione delle Asl pugliesi appare in antitesi con lo spirito ed il clima in cui si è trovata l’intera popolazione nel sostenere un peso economico, ma anche psicologico ed umano per via della restrizione forzata delle proprie individuali libertà. Credo che tutto ciò sia sufficiente per chiedere una modifica all’articolo 1 della legge regionale numero 26 del 6/08/2021 per evitare che ai cittadini pugliesi venga chiesto un pagamento le cui cause non sono attribuibili alla propria volontà, ma alla situazione generale venutasi a creare con l’emergenza Covid

Pertanto - conclude Scalera - ho chiesto di non procedere alla rivalsa per omesso versamento e omessa compartecipazione alla spesa sanitaria, riferita ai ticket sanitari dovuti dai cittadini alle aziende sanitarie pubbliche per tutte le mancate disdette dal 30 gennaio 2020 al 31 marzo 2022 (periodo Covid) non effettuate dai soggetti esonerati per legge dal pagamento del ticket sanitario».

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