Il carcere di TarantoCellulari e droga ai detenuti che avrebbe dovuto controllare in carcere, dove lavorava come assistente della polizia penitenziaria.
Ora si trova dall'altra parte delle sbarre G.G., 60 anni, originario di Mottola, arrestato in flagranza di reato mentre faceva visita a un pregiudicato ai domicliari per ritirare droga da introdurre nel penitenziario ionico.
Sottoposto a perquisizione, l'uomo è stato ritrovato in possesso di circa 200 grammi di fumo, 10 grammi di cocaina, 4 microtelefoni e sim telefoniche, abilmente occultati in un barattolo di cioccolato in polvere, mentre in una confezione di crema erano sistemati altri 50 grammi di hashish e 5 di cocaina.
È una brutta storia quella portata alla luce dagli agenti della Squadra mobile di Taranto, la cui indagine è ancora ai primi passi, che lo accusano di corruzione e detenzione di droga.
Con le stesse imputazioni è finito (nuovamente) in cella Alfonso Greco, 61enne di Taranto, complice dei reati che l'agente assistente, per la procura, avrebbe compiuto in cambio di denaro.
Infatti, gli uomini del vicequestore Fulvio Manco gli hanno sequestrato dei soldi di dubbia provenienza, che si ritiene siano il compenso per l’ingresso illecito della droga e dei cellulari nell'istituto penitenziario di via Speziale.
Le fasi esecutive dell’arresto sono state compiute in collaborazione con la casa circondariale e la polizia penitenziaria di Taranto, che hanno fornito il massimo supporto ai colleghi della Questura.
La procura della Repubblica di Taranto, che coordina le indagini, ha disposto la traduzione in carcere dei due soggetti.
Andrea Carbotti
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