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Vito Alfieri Fontana presenta la sua storia

Vito Alfieri Fontana e la sua opera Vito Alfieri Fontana e la sua opera

C'è grande attesa a Massafra per l’incontro di caratura culturale organizzato dal Rotary Club Massafra in collaborazione con Lions Club Massafra – Mottola “Le Cripte”, UPGI (Università Popolare delle Gravine Ioniche) e Comune di Massafra.

Venerdì 20 settembre prossimo alle 19 il teatro comunale Nicola Resta accoglierà la presentazione del libro “Ero l’uomo della guerra – La mia vita da fabbricante di armi a sminatore” scritto da Vito Alfieri Fontana in collaborazione con Antonio Sanfrancesco.

Incisive le parole usate da Alfieri Fontana per sintetizzare la sua esperienza: «Ho progettato, costruito e venduto due milioni e mezzo di mine antiuomo. Ne ho tolte migliaia, per quasi vent’anni, tutte lungo la dorsale minata dei Balcani, dal Kosovo alla Serbia fino alla Bosnia, rimettendo in funzione abitazioni, scuole, fabbriche, terreni agricoli, acquedotti e stazioni ferroviarie. In queste cifre si racchiudono, simbolicamente, le due vite che ho vissuto. Dal punto di vista numerico, il bilancio è impari. Da quello della mia coscienza pure, perché il male compiuto resta. Per sempre».

L’autore Vito Alfieri Fontana

Vito Alfieri Fontana è ingegnere elettrotecnico e dagli anni Settanta fino al 1993 è stato la mente della Tecnovar Italiana di Bari, specializzata nella produzione di componentistica militare, in particolare mine antiuomo e anticarro. Dopo una lacerante conversione personale, nel 1993 ha deciso di chiudere con l’azienda di famiglia e ha aderito alla Campagna internazionale per la messa al bando delle mine, fino ad andare nei Balcani dove dal 1999 al 2016 è stato capo missione di diversi progetti umanitari di sminamento, prima con l’Ong Intersos e poi con la cooperazione italiana.

L’impegno del Rotary Club per la promozione della pace

La storia di un ex fabbricante di armi e della conversione personale da cui scaturisce la sua seconda vita, ben si sposa con l’impegno del Rotary Club per la promozione della pace. Lo evidenzia il presidente RC Massafra ingegner Giuseppe Sportelli: «Come organizzazione umanitaria, la pace – chiarisce Sportelli - rappresenta un pilastro fondamentale della missione dei Rotary Club. Crediamo fermamente che quando ognuno di noi si impegna per promuovere la pace all'interno delle proprie comunità, questo sforzo – chiosa - non può che generare un impatto globale, esempio ne è libro che presenteremo. Attraverso progetti di servizio ed il sostegno alle borse di studio sulla pace, i soci rotariani – racconta - si dedicano ad affrontare le radici dei conflitti, che includono povertà, discriminazione, tensioni etniche, mancanza di accesso all'istruzione e disparità nella distribuzione delle risorse. Il nostro impegno attuale per la costruzione della pace – spiega - si confronta con nuove sfide: come massimizzare il nostro impatto e trasformare la nostra visione di un cambiamento duraturo in realtà.

Ci avviciniamo al concetto di pace – osserva - con maggiore coesione e inclusività, ampliando la definizione di costruzione della pace e cercando nuovi modi per coinvolgere le persone».

La storia nel dettaglio

Nel volume un ex fabbricante di armi, che nella sua carriera ha progettato e venduto due milioni e mezzo di mine antiuomo, racconta senza reticenze le due vite che ha vissuto: da fabbricante di strumenti bellici a operatore umanitario. Si tratta della la storia vera di Vito Alfieri Fontana che per oltre vent’anni, alla guida dell’azienda di famiglia, ha progettato e prodotto mine vendendole in diversi Paesi del mondo. Poi, nei primi anni Novanta, il figlio gli chiede: «Ma tu, papà, sei un assassino?», innescando – in parallelo con l’avvio della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo, guidata in Italia anche da Gino Strada – una lacerante conversione personale che lo porta a cambiare vita. Nel 1993 Fontana decide di chiudere con l’azienda di famiglia; nel 1997 va a Oslo come consulente della Campagna accanto statunitense Jody Williams, che per questo impegno riceverà il Nobel per la pace. Due anni dopo comincia la sua seconda vita. Con l’Ong Intersos inizia il suo impegno di sminatore nei Balcani, per permettere alle popolazioni appena uscite dalla guerra un ritorno alla normalità.

Una vicenda drammatica che, a partire dal racconto in prima persona di una vita eccezionale, interroga ciascuno sulle responsabilità dei singoli rispetto ai fatti della Storia.

In occasione della presentazione del libro, oltre all’autore sarà presente anche il co autore Antonio Sanfrancesco, giornalista professionista firma di Famiglia Cristiana.

Antonio Sanfrancesco

È originario di Taurisano, nel Salento. Classe 1984. Vive a Milano, dove si è laureato in Lettere moderne in Cattolica e ha frequentato la scuola di giornalismo “Carlo De Martino”. Ha scritto di cronaca per il quotidiano Libero e il settimanale Vero. Per le sue inchieste sul gioco d’azzardo nel 2012 ha vinto il Premio Cronista “Piero Passetti” e il Premio “Guido Vergani”. Per il dossier Il dramma delle bambine mai nate è stato premiato dall’Unione cattolica stampa italiana con il Premio “Natale Ucsi 2012”. Collabora con il portale IlLibraio.it dove si occupa di temi culturali e religiosi, recensioni e interviste ad autori. A ottobre 2018 ha vinto il Premio giornalistico “Carlo Azeglio Ciampi” per La speranza oltre il gelo, il reportage sulle nuove rotte dei migranti al confine fra Italia e Francia.

A dialogare con gli ospiti il presidente dell’UPGI professor don Michele Quaranta.

Appuntamento da non perdere dunque quello con la letteratura che racconta storie di vita e rinascita capaci di offrire spunti di riflessione e di emozionare.

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