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L'Addolorata del Carmine di Mottola alla mostra "Facies Passionis" di Taranto

Il simulacro dell Il simulacro dell'Addolorata del Carmine di Mottola

Dal 12 al 16 febbraio sarà ancora "Facies Passionis", l'evento organizzato dall'Arciconfraternita del Carmine di Taranto che, per la terza edizione consecutiva, esporrà alcune tra statue le più rappresentative dei riti pasquali in Puglia. Dopo il successo delle prime edizioni, con cifre di visitatori da capogiro e grande attenzione dei media, si è deciso di arricchire "Facies Passionis" di un sottotitolo significativo: "Lacrime Mariane", e di dedicare interamente l'edizione ai simulacri della Vergine Addolorata.

Tra questi, sarà rappresentata anche Mottola: la Confraternita del Carmine, infatti, esporrà il proprio simulacro della Madonna Addolorata (quello che, per intenderci, chiude la processione del sabato santo). Una presenza immancabile, quella dei mottolesi a "Facies Passionis", che dopo "L'incoronazione di spine" e "La caduta", portano a Taranto un simulacro settecentesco di fattura napoletana, certamente tra i più apprezzati del territorio a livello artistico.

Sarà in buona compagnia: ci saranno, infatti, anche altri nove simulacri mariani provenienti, fra gli altri, da Carbonara, Ruvo di Puglia e, ovviamente, da Taranto, dove i riti della settimana santa sono particolarmente apprezzati. Per il resto, la mostra si articolerà in cinque giorni, alcuni dei quali saranno dedicati a un convegno dove, come di consueto, interverranno esperti di religiosità popolare e tradizioni locali. Non mancherà la musica, con i complessi bandistici delle città coinvolte che, per l'occasione, intoneranno le marce funebri del repertorio pasquale.

Intanto, si respira entusiasmo tra i confratelli mottolesi, per una partecipazione che, quest'anno più degli altri, assume un significato particolare: «I nostri misteri - come spiega il priore Vito Greco - quest'anno compiono 160 anni, poiché il loro arrivo a Mottola risale proprio al 1860, all'epoca del priore Francesco Cardinale, dopo che il predecessore Nicola Laino ne commissionò la realizzazione, qualche anno prima, al maestro cartapestaio Antonio Maccagnani, tra i più celebri della scuola leccese».

Andrea Carbotti







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