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Quarant'anni dalla morte del capitano Basile, vittima innocente della mafia

Emanuele Basile (Taranto, 2 luglio 1949 – Monreale, 4 maggio 1980) Emanuele Basile (Taranto, 2 luglio 1949 – Monreale, 4 maggio 1980)

Massafra ricorda il capitano Emanuele Basile. Sono passati infatti quarant'anni dall'omicidio di Emanuele Basile, avvenuto a Monreale.

Era la notte del 4 maggio 1980, all'1:40, e il Capitano dei Carabinieri Basile, originario di Taranto, dopo aver assistito ai festeggiamenti della festa patronale a Monreale, stava rientrando in caserma, insieme alla moglie, Silvana e, con in braccio, la figlioletta Barbara, di 4 anni.

All'improvviso nel cuore della notte l'agguato. Un killer mafioso gli spara alle spalle e poi fugge in auto atteso da due complici. Basile viene trasportato all'ospedale di Palermo dove i medici tenteranno di salvargli la vita con un delicato intervento chirurgico, ma il carabiniere muore durante l'operazione.

Emanuele Basile muore, aveva solo 30 anni, lasciando nel dolore la moglie e il giudice Paolo Borsellino che era corso in ospedale.

Proprio a Borsellino aveva consegnato prima dell'agguato i risultati delle sue indagini sull'uccisione di Boris Giuliano, durante le quali aveva scoperto l'esistenza di traffici di stupefacenti , e aveva individuato gli esecutori e i mandanti.

Era a Monreale dal 1977 ed era impegnato (in parallelo con il capo della squadra mobile palermitana, Boris Giuliano) in un' indagine sulla cosca mafiosa di Altofonte responsabili diciassette omicidi in due anni, traffico internazionale di droga e riciclaggio di denaro sporco.

L'indagine sul suo omicidio fu guidata da Borsellino; furono arrestati subito dopo il delitto: Armando Bonanno, morto poi con la “lupara bianca”, Vincenzo Puccio, ucciso in carcere e Giuseppe Madonia, figlio del boss di San Lorenzo. dopo una vicenda giudiziaria durata 7 lunghi processi, vennero condannati in modo definitivo, insieme ai mandanti: Totò Riina, Michele Greco, Francesco Madonia e Giovanni Brusca.

Il 6 giugno 1982 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini conferì la medaglia d’oro al valor civile alla memoria del tarantino Emanuele Basile con la seguente motivazione:

Comandante di Compagnia distaccata già distintosi in precedenti, rischiose operazioni di servizio, s’impegnava, pur consapevole dei pericoli cui si esponeva, in prolungate e difficili indagini in ambiente caratterizzato da tradizionale omertà, che portavano alla individuazione ed all’arresto di numerosi e pericolosi aderenti ad organizzazioni mafiose operanti anche a livello internazionale. Proditoriamente fatto segno a colpi di arma da fuoco in un vile agguato tesogli da tre malfattori, immolava la sua giovane esistenza ai più nobili ideali di giustizia ed assoluta dedizione al dovere. Monreale, lì 4 maggio 1980

In sua memoria, a Taranto è stata intestata una Scuola Elementare. A Massafra porta il suo nome la Caserma dei Carabinieri mentre a Ginosa e Manduria, portano il suo nome i Presidi di "Libera".

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