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Giornata della legalità: lenzuola bianche per ricordare i martiri della giustizia

Strage di Capaci Strage di Capaci

«In questi giorni di tristezza dove regna la psicosi del dubbio, dove il virus miete ogni barlume di speranza e di futuro, dove la gente è piegata, priva di un pezzo di pane o che implora la "riapertura" della vita, il calendario segna una data importante che non dimenticheremo mai in casa "Parlamento della Legalità Internazionale" e che nessuno può dimenticare: è il 23 maggio 1992».

Esordisce cosi il massafrese Antonio Cerbino, presidente regionale dell’associazione "Parlamento della Legalità Internazionale" mentre commosso ci racconta l’impegno di sollecitudine culturale contro ogni forma di criminalità organizzata.

«E’ la data - continua Cerbino - di un attentato di stampo mafioso dove persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo magistrato, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Solo ad ascoltare e scrivere i loro nomi si avverte un brivido. Sono uomini e donne esplosi in aria come tanti altri che in questa data vengono ricordati, tutti vittime di attentati in cui si è immolato il loro sacrificio. Sono i martiri della legalità e della giustizia.

Ricordo il giorno in cui Papa Giovanni Paolo II, accogliendo l’invito dell’allora Arcivescovo Mons. Carmelo Ferraro, si recava a Piano San Gregorio (Agrigento) per una solenne celebrazione Eucaristica. C’era un fiume di giovani ammutoliti forse anche provati. Di lì pronunciò un anatema "Basta mafia: lo dico ai responsabili, verrà una volta il giudizio di Dio". Quelle parole risuonarono come un forte eco in moltissimi.

Era dicembre del 2005 quando nella Sala Zeus di Agrigento, alla presenza ancora di centinaia di giovani si portava a battesimo il nostro movimento culturale che oggi è presente in tutto il Paese e da poco anche al Cairo. In questa nostra terra di Puglia e devo dire con fermento attivo nella nostra Massafra, siamo sentinelle sensibili ad ogni percorso verso la legalità con la consapevolezza che il propagarsi del nostro impegno civile ed educativo è segnato dall'incontro, dalla preghiera, dalla gioia di non mollare, e infine dalla certezza che ogni forma di mafia e mafiosità si può depennare se si crede fino in fondo al riscatto delle lacrime dei poveri che sono i "prediletti" di Dio e dei martiri saltati nel tritolo o sciolti nell'acido. Non ci fanno paura i "carnefici di Cosa Loro". Ed in questo giorno - conclude il presidente Cerbino - in cui si commemorano le stragi che hanno piegato l’Italia continuiamo a dire che ognuno profuma del suo profumo e sarà la coscienza a regalare notti in bianco».

Noi tutti oggi di lenzuola bianche possiamo riempire i nostri balconi. E’ questo il simbolo che ormai da anni accomuna coloro che aderiscono e che partecipano alla celebrazione o commemorazione della giornata della legalità. No alle mafie, no alla criminalità organizzata. Si alle testimonianze di coloro che scelgono oltre la memoria di rendere vivo l’impegno di uomini e donne senza paura.

In questo 2020 non possono esserci incontri per i noti limiti dettati dal Covid ma ugualmente Palermo chiama Italia e l’Italia risponde così: sventolano lenzuola bianche.

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