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Truffa alla Asl: cooperativa Nuova Luce nella bufera

I carabinieri del Nas I carabinieri del Nas

Nella mattinata, i Carabinieri del N.A.S. di Taranto, hanno eseguito un’ordinanza con cui il G.I.P del Tribunale di Taranto ha disposto l’applicazione una misura cautelare interdittiva, per un anno, nei confronti del legale rappresentante della Cooperativa Nuova Luce arl, che gestisce le strutture socio-sanitarie per conto della ASL di Taranto, ritenuta responsabile di truffa aggravata e continuata e tentata truffa.

La meticolosa attività d’indagine, che origina da una segnalazione della ASL di Taranto al N.A.S. Carabinieri, ha permesso di individuare una truffa perpetrata nei confronti della stessa ASL che, mediante artifizi e raggiri ha indotto l’Ente Pubblico ad elargire un ingiusto profitto, consistente nell’ottenere il pagamento di 237.672,17 euro relativo al pagamento di prestazioni “mai eseguite” per l’assistenza a favore di soggetti diversamente abili ed anche psicosensoriali. In tale modo, la ASL di Taranto, indotta in errore, provvedeva alla liquidazione della suddetta somma.

La citata cooperativa, inoltre, nel prosieguo della sua attività imprenditoriale con la ASL di Taranto, ha messo in atto altro “tentativo di truffa” - sempre in danno del citato Ente - chiedendo il pagamento di euro 245.132,79 per altre analoghe prestazioni di fatto “mai effettuate”.

Lo sviluppo dell’attività investigativa, svolta anche tramite accertamenti bancari e patrimoniali, ha consentito di individuare i conti correnti bancari dove sono stati versati gli emolumenti percepiti impropriamente sia dalla Soc. Coop. sia dal suo Presidente e legale responsabile.

I Carabinieri del NAS hanno eseguito anche il decreto di sequestro di tutti i conti correnti bancari e postali, depositi al risparmio, dossier, titoli e cassette di sicurezza, nonché del denaro contante, dei beni mobili ed immobili, delle quote di società, delle aziende e di ogni altro bene suscettibile di valutazione finanziaria intestate alla Società Cooperativa nonché all’indagato, ubicati in Taranto e Provincia, fino a concorrenza del complessivo valore di euro 237.672,17, inerenti alla liquidazione di prestazioni “mai eseguite”.

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