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Mottola si interroga: è giallo sul saluto del consigliere Laterza

Angelo Laterza col braccio alzato Angelo Laterza col braccio alzato

Alla fine, a sentire il diretto interessato, è tutta una questione di inclinazione. Ma non come attitudine verso qualcosa, bensì come pendenza... del braccio.

Fa discutere, a Mottola, il reportage de IlFattoQuotidiano.it, testata indipendente diretta da Peter Gomez, dedicato alla manifestazione nazionale del centrodestra in piazza San Giovanni a Roma.

L'intero servizio si concentra sull'accoglienza riservata a un centinaio di militanti di CasaPound, arrivati in corteo dalla propria sede romana, che sarebbero stati accolti tra applausi e richieste di selfie. Immancabili, i saluti "un po' anni venti, un po' romani" - per dirla alla Giorgio Gaber - di alcuni “fascisti del terzo millennio”, come quelli evocati da un pezzo di Forza Italia.

Tra questi, anche il consigliere comunale di opposizione Angelo Laterza, sbattuto in mondovisione col braccio destro alzato. Il tutto ha suscitato ovviamente un putiferio, tra chi difende Laterza e chi, invece, affossa il colpo. Ma lui si difende ai nostri microfoni: «Stavo solo richiamando un amico, sono stato ripreso per pura casualità».

E poi aggiunge: «Si tratta di una vergognosa speculazione per la mia storia personale e politica. Ero lì come altre migliaia e migliaia di persone a protestare in maniera pacifica, a manifestare il mio dissenso verso le azioni di un governo che non condivido, ma sono assolutamente lontano anni luce da posizioni politiche estremiste come quelle rappresentate da CasaPound».

Quassù, in collina, tutto è partito da una nota di Domenico Rogante, giovane iscritto al Partito Democratico, che ha cercato di portare alla luce una notizia, resa nota da un giornale autorevole, riguardante un politico che, negli scranni nella massima assise cittadina, rappresenta tutti i mottolesi. «Prendo atto, con sollievo, della sua smentita», scriverà qualche ora più tardi. E poi: «Da parte mia non c’era l'intenzione di strumentalizzare la cosa, ma di fare chiarezza su una notizia che, di fatto, imbarazzava la comunità».

Su questo, è d'accordo anche Laterza: «Non c'era, da parte sua, la volontà di attaccarmi». Ma aggiunge: «A questo punto, è fascista anche chi chiama il cameriere al ristorante; chi chiama un taxi in strada: sono una vittima della stampa di regime».

C'è, però, del rammarico: «Capisco che è stato facile prendermi come mostro da sbattere in prima pagina, come emblema del fascista: forse ricorderò il camerata Marcacci del film La Marcia su Roma, ma sono mortificato del fatto che, i miei stessi concittadini, abbiano potuto accostarmi a certe ideologie, pur conoscendo la mia identità politica, legata a valori moderati e cattolici».

Tutto è bene quel che finisce... in caserma. Laterza, infatti, ha dato mandato ai suoi legali di presentare una serie di denunce-querele contro Peter Gomez e la redazione de IlFattoQuotidiano.it, che saranno depositate nei prossimi giorni alla stazione dei carabinieri di Mottola.

Una furbata per non smentire le sue origini destrorse? Un gesto ingenuo? Nessuno lo saprà mai. Il consigliere giura che quell’alzata di mano non ha nessun significato politico. Semplicemente, voleva attirare in qualche modo l'attenzione di Pasquale, un amico che si era perso. È solo una questione di inclinazione, insomma, nel senso geometrico del termine.

Andrea Carbotti

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