La Tessitura di Mottola, azienda di proprietà della bergamasca Albini Spa, chiederà per gli oltre 120 dipendenti dello stabilimento la proroga fino al 31 dicembre della cassa integrazione, con causale Covid-19.
È questo, al momento, lo scenario nel quale si trova l'industria mottolese, ferma con le quatto frecce da ottobre 2019, quando gli operai sottoscrissero un contratto di solidarietà al 50% in scadenza a maggio dell'anno prossimo.
All'epoca la cause erano imputabili alla crisi del settore tessile e della moda, che ha ridotto l'attività dello storico cotonificio di oltre il 60%, in attesa di una graduale ripresa degli ordini provenienti dalle case di moda più blasonate.
Da allora, complice l'epidemia da Coronavirus, la Tessitura non ha più ripreso a lavorare, e da maggio la cassa integrazione ha sostituito la solidarietà.
Fino al 7 novembre, il responsabile della produzione Mohamed Magdy intende sfruttare la cassa integrazione Covid, che, come detto, sarà probabilmente prolungata fino a fine anno.
E in attesa dei miliardi attesi dal Governo, è proprio l'azienda ad anticipare i soldi ai propri dipendenti, come hanno confessato alcuni di loro.
La questione, tuttavia, sembrerebbe essere sotto controllo: nei primi di settembre, gli operai hanno incontrato Andrea Albini, fratello del presidente Stefano, che li avrebbe rassicurati in merito alle intenzioni dell'amministrazione, pronta a rimettere in moto il sito produttivo con l'aumento delle ordinative.
Inoltre, negli ultimi giorni la situazione si è di nuovo aggiornata con degli incontri in video conferenza tra la direzione e i sindacati territoriali.
Andrea Carbotti
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