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Scoperta a Montecamplo: è l'antica chiesa di Santa Maria?

Le immagini aree della pianta perimetrale ritrovata a Montecamplo Le immagini aree della pianta perimetrale ritrovata a Montecamplo

Dopo alcuni studi su carte topografiche e libri, grazie all'ausilio di foto aeree, Montecamplo ha restituito la pianta perimetrale di quello che sembra esser stato un luogo di culto. Ad illustrare l'ultima scoperta è ancora una volta il team di studio e ricerche di "Castellaneta History Adventure".

Della chiesa di S. Maria di Montecamplo non si hanno più notizie dalla fine del Settecento, e da più di due secoli si può considerare scomparsa. Ma oggi, una ricerca sul posto ha evidenziato la pianta di alcuni recinti di pietra in zona Monte Santa Trinità; uno di questi, in particolare, presenta la pianta di una “navata” che si conclude con un semicerchio absidale. Il sopralluogo ha portato alla scoperta, nelle vicinanza di una coppia di trulli e di un vecchio forno e nel folto di una giungla di ailanto, di un muro di pietre di notevole spessore, alquanto strano per essere considerato il muro a secco di uno iazzo o della recinzione di una proprietà agricola.

Sono forse questi i resti di Santa Maria di Montecamplo?

Secondo quanto riportato in alcuni libri e documenti, oggetto di studio del gruppo, nel Medioevo sulla cima di Montecamplo era presente un casale fortificato con la chiesa di Santa Maria di Montecamplo, come risulta da un documento del 1111, andato disperso, nel quale Riccardo Siniscalco, signore normanno di Castellaneta, donava al Vescovo di Castellaneta Nicola, la chiesa di Santa Maria de Montecamplo cum castro et domibus, assieme ad 800 alberi di olivo e con tutti i beni mobili e immobili di pertinenza della chiesa.

Il casale di Mons Campi è citato anche nell’itinerario redatto intorno al 1119 dal monaco Guidone, che comprendeva l’asse viario da Oria a Grumento: nel percorso, dopo Mutula, si passava per Minerva (a sud di Castellaneta) e Mons Campi, quindi dopo essere passati per Genusium si entrava in Basilicata. Questo casale è indicato il un Privilegio del 1370 di Filippo II Principe di Taranto, con il quale si decideva la questione dei confini tra Laterza e Castellaneta.

Altre tracce della chiesa di Santa Maria di Montecamplo risalgono all’Atto notarile del 6 giugno 1480, redatto da Pietro Oliviero di Napoli, Regio consigliere e Commissario, inviato da Re Ferdinando d’Aragona a dirimere l’annosa questione dei confini tra Castellaneta e Laterza, nel quale i confini accertati erano “Dal principio della gravina que vocatur vulgatiter Giorgii iuxta viam qua itur a Castellaneta ad terram Latertie e da quivi salendo per detta gravina fino all’albero della fragna, segnato colla croce, colla pietra grande naturale vicina, e da questo luogo fino alla chiesa di S. Maria di Montecamplo, ed indi per il paretone di detta chiesa e per una lama vicino Serrapizzuta fino al vallone delle Pentimelle”.

Inoltre, la chiesa con la sua proprietà terriera è censita nella “Situazione patrimoniale dell’inventario dei beni della Prevenda arcidiaconale” riportata nella Visita pastorale di Mons. Massenzio Filo del 1740 con le parole: “S. Maria di Montecamplo – il detto Parco è proprio alla cima del suddetto Monte con molti alberi di quercia, lezza e fragna ed altro confinante con la Difesa del Principe d’Acquaviva”.

Anche nel Catasto onciario di Castellaneta del 1750 tra i patrimoni ecclesiastici si fa riferimento ad un “Beneficio sotto il titolo di S. Maria le Grazie in contrada di Montecamplo con chiesa diruta e un parco d’erbaggio con arbori di quercia ed arbori comuni con due cisterne dirute vicino la Difesa di Montecamplo”. Se nel Catasto del 1750 la chiesa di S. Maria di Montecamplo risulta diruta, invece nella “Mappa del Parco di Montecamplo in territorio di Laterza” disegnata nel 1767 dal regio Tavolario Paolo Mazzone (per conto del Marchese di Laterza e del beneficiario, l’abbate di S. Maria di Montecamplo D. Nicola Picaro, canonico di Castellaneta), la presenza della chiesa di Santa Maria di Montecamplo è restituita visivamente ancora in piedi, insieme ad altre costruzioni vicine.


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