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Consiglio comunale di Massafra, Zaccaro commenta: «Ci vuole capacità nella gestione dell'emergenza»

Il consigliere comunale Giancarla Zaccaro Il consigliere comunale Giancarla Zaccaro

«Dopo più di due mesi è tornato a riunirsi il consiglio comunale di Massafra per le ratifiche di variazioni e debiti fuori bilancio, praticamente un consiglio comunale solo per gli interessi di routine, gli interessi dell’amministrazione Quarto».

Così esordisce, in una nota inviata alla stampa, il consigliere comunale di Conservatori e Riformisti Giancarla Zaccaro.

«L’amministrazione comunale continua a rimanere sorda al grido di bisogno dei cittadini, delle fasce più deboli, dalle famiglie con prole a quelle con disabili, dinnanzi all'intero tessuto economico massafrese, messo in ginocchio dall'emergenza Covid-19.

Il perdurare delle chiusure sta mettendo a dura prova la tenuta di tutte le categorie. Le famiglie sono oramai al limite della sopportazione, costretti a vivere un periodo gratuito di "arresti domiciliari", lontani dalla routine scolastica, dal lavoro, distanti dalle attività di svago, di sport e di condivisione e di crescita; senza dimenticare i malati, i disabili, gli anziani costretti a vivere la loro diversa quotidianità con l’aggravio del macigno della clausura forzata.

Le attività commerciali, i parrucchieri, le attività di ristorazione, i bar, le imprese, i professionisti e il popolo delle partite Iva hanno bisogno di indirizzi chiari, chiedono di essere ascoltati affinché la politica dica cosa intende fare per il loro sostegno. Le garanzie erogate dal governo centrale sono risultate sino ad oggi molto esigue e il contributo e l’interesse dell’Ente locale è stato praticamente inesistente.

Ho più volte cercato il confronto con l’amministrazione comunale, con chi di competenza (rappresentanza politica), senza risultati. I suggerimenti e le proposte, sia di carattere tecnico che politico, per una corretta gestione dei buoni spesa nella "Fase 1", con il solo scopo di evitare errori e snellire la procedura, sono stati semplicemente parole al vento.

Le opposizioni hanno mantenuto sino ad oggi un atteggiamento politico responsabile senza polemiche nonostante i motivi non mancassero convinti che il superamento della crisi si potesse fare insieme, in modo collegiale.

Sarebbe stato sufficiente, nel rispetto delle indicazioni normative imposte per la "Fase 1" che, attraverso i sistemi informatici a disposizione, attraverso un consulto delle forze di opposizione, ascoltare l’opinione di tutti, in particolare le proposte di chi quotidianamente mastica le problematiche delle fasce più deboli, per giungere alla definizione congiunta di una procedura snella, che potesse tutelare tutti ed essere finalizzata rapidamente verso i cittadini.

È stato scandaloso lo spettacolo consumato dinnanzi al "Centro Anziani" dove i nostri cittadini, con particolare riferimento a quelle famiglie messe in ginocchio dall'emergenza che si aggiungono a quei nuclei che da sempre vivono ai margini della società, che hanno atteso di poter ritirare il proprio buono spesa senza nessuna tutela della propria dignità e della propria privacy.

Sono stati ripetutamente convocati per un buono settimanale, convocazioni anche tardive rispetto all'inoltro della richiesta e molte richieste ancora in attesa di essere evase; infatti ci sono famiglie a cui è stato consegnato solo parte del sussidio spettante, in attesa del completamento del sussidio.

Di questa situazione indegna, l’amministrazione comunale credo abbia fatto "mea culpa", si è resa conto di quanto realizzato nella prima fase ed ha pensato bene di rimediare chiedendo ai cittadini di avanzare una nuova richiesta di sostegno, attraverso il portale istituzionale, a molti dei bisognosi sconosciuto, perseverando però nell'errore; infatti tra i requisiti per accedere al beneficio, il richiedente deve dichiarare la propria situazione patrimoniale, con il requisito sbarrante inferiore alla soglia di 3mila euro, situazione patrimoniale che spesso consta di buoni fruttiferi, vincolati, magari intestati a figli minorenni, non impiegabili sino al compimento della maggiore età.

Conclusione: famiglie in ginocchio, senza lavoro, con il conto corrente pari a zero, buoni fruttiferi indisponibili e senza il diritto al buono spesa. Questo è solo un esempio dell’incongruenza della nuova procedura che rischia di escludere tante famiglie bisognose.

Gli uffici dei Servizi Sociali sono già in possesso di tutte le informazioni relative alle famiglie aventi diritto al sostegno, è inaccettabile chiedere ulteriori informazioni oltre quelle anagrafiche (superflue) anche quelle tecniche economiche di dettaglio, dati tecnici, spesso sconosciuti o da interpretare e per i quali è necessario il supporto di un esperto.

Ma siamo o non siamo in emergenza? È chiaro oppure no, che la gente non lavora e ha bisogno? È inaccettabile. È incompetenza.

Il primo cittadino ha preso alla lettera lo status imposto agli inizi di marzo ed ha pensato bene di mettersi completamente in "lockdown", si è praticamente isolato insieme alla sua maggioranza.

Dall'inizio dell’emergenza ha praticamente escluso parte della rappresentanza politica dell’amministrazione, escludendo le opposizioni dalle decisioni importanti per la gestione dell’emergenza.

Sono stati pestati i più elementari principi di rispetto politico, di democrazia e di partecipazione; il sindaco ha accentrato attorno a se, alla giunta e alla maggioranza, la gestione della situazione, confermando in sostanza quel modus operandi che dall'inizio del mandato ha contraddistinto questa amministrazione.

L’amministrazione Quarto ha colto al volo l’occasione per iniziare la campagna elettorale 2021, con le parole e con i fatti; non sono mancate in questi ultimi due mesi i proclami attraverso i soli canali di comunicazione privilegiati, a spese di altri ritenuti indegni.

Deludente, purtroppo è stata la gestione della "Fase 1", ma non vogliamo assolutamente che anche la "Fase 2" sia altrettanto insoddisfacente.

A lenire la situazione penosa della gestione comunale sino ad ora svolta è fortunatamente giunto il contributo delle associazioni di volontariato, delle parrocchie e delle Caritas, che in maniera impeccabile, grazie a cittadini attenti e collaborativi, hanno soccorso come sempre le fasce più deboli, i bisognosi e i meno abbienti.

Anziché pensare a come far convivere tutti i suoi alleati sino alla fine del mandato, con nomine di nuovi assessori e cambi di deleghe, il sindaco Quarto avrebbe dovuto fare qualcosa di concreto per sostenere la città in questo particolare momento di emergenza. Da oltre due mesi Massafra attende risposte tangibili per ripartire. È inconcepibile.

La debolezza del sindaco e della sua amministrazione è evidente e la sua incapacità di gestire l’emergenza si comprende difronte ai ritardi nella definizione delle azioni dovute in questo particolare momento, ne è la prova la gestione dei buoni spesa».

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