
Un giovane massafrese è bloccato in Colombia da oltre un mese a causa della crisi internazionale legata al Coronavirus. Stiamo parlando di Vincenzo Convertino, giunto nello stato sudamericano per motivi familiari prima dell'inizio della pandemia.
Vincenzo dal 13 marzo è bloccato in Colombia insieme ad altri connazionali, per via delle limitazioni imposte per far fronte al contagio da Coronavirus. Per loro e per tutti gli abitanti della Colombia è stato vietato qualsiasi spostamento aereo, sia interno che esterno al territorio colombiano.
Un incubo per Convertino a cui si somma, come ci ha detto «La delusione di essere stati abbandonati dall'Italia».
In questi giorni, però, è arrivata una buona notizia: sembra che per i gli italiani bloccati in Colombia finalmente la situazione si sia sbloccata. A seguito di una lettera redatta dai ragazzi e dell'interessamento del sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno, il caso è giunto all'attenzione della Farnesina.
L'ambasciata italiana in Colombia con sede a Bogotà ha poi pubblicato una nota ufficiale comunicando la disponibilità per il 28 aprile di un volo commerciale speciale, per consentire il rientro in Italia "solo per urgenza assoluta". Le autorità hanno spiegato requisiti e modalità per poter accedere al volo con costo dei biglietti a carico dei viaggiatori.
Il volo sarà operato dalla compagnia aerea privata NEOS e farà tappa sia in Colombia che in Ecuador: partirà dall'aeroporto El Dorado di Bogotà e farà scalo successivamente a Guayaquil (Ecuador) per proseguire poi per Roma Fiumicino e successivamente per Milano Malpensa con arrivo previsto il 29 aprile.
Un'opportunità "prendere o lasciare" perché, al momento, non sono previsti altri voli di rientro dal Sud America. Secondo gli ultimi aggiornamenti, infatti, gli aeroporti colombiani riapriranno il 31 maggio sebbene non sia chiaro quando saranno riattivati i voli per l’Italia.
Il caso degli italiani in Colombia non è un caso isolato: secondo alcune stime, infatti, sarebbero addirittura 40mila gli italiani bloccati all'estero. I voli sono stati cancellati e le ambasciate spesso non rispondono alle richieste d'aiuto.
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