
Sono passati quattro mesi, ma le criticità della Tessitura di Mottola, di proprietà di "Cotonificio Albini Spa", azienda leader di Albino, nel bergamasco, sono rimaste.
Dopo i due mesi di stop estivo, con gli operai costretti a ripartire i giorni lavorativi tra ferie retribuite e cassa integrazione, una nuova disputa sta per abbattersi sull’azienda: per cause dovute alla crisi del settore tessile sarà necessario interrompere nuovamente la produzione per circa 18 mesi, a partire dal prossimo 18 novembre.
Ma c'è una novità: stavolta le tute blu potrebbero osservare il contratto di solidarietà, un particolare accordo che consente di mantenere i livelli di occupazione in caso di crisi aziendale, con l'obiettivo di evitare i licenziamenti o favorire nuove assunzioni.
Intanto, stando a fonti esterne all'azienda, i vertici di "Cotonificio Albini Spa" avrebbero riproposto, dal 15 ottobre fino al 17 novembre, un periodo di cassa integrazione a zero ore per tutti i dipendenti, la cui somma oscilla intorno alle 120 unità.
Tutto ciò sembrerebbe essere, tuttavia, una soluzione temporanea: mercoledì scorso, infatti, gli operai hanno incontrato Andrea Albini, fratello del presidente Stefano, che li avrebbe rassicurati in merito alle intenzioni dell'amministrazione, pronta a rimettere in moto il sito produttivo con l'aumento dei committenti, previsto per l'anno prossimo.
Sul caso, nel frattempo, è già intervenuto il gruppo politico "Italia in Comune - Io Scelgo Mottola", che si è detto preoccupato in merito alla questione: «Se queste indiscrezioni fossero confermate, si tratterebbe di scelte terribili, adottate nel totale silenzio dei sindacati, come del resto già avvenuto in estate e come già avevamo denunziato.
Pretendiamo di sapere se questi provvedimenti siano l’anticamera di qualcos’altro! Vogliamo sapere se siamo di fronte al primo atto di disimpegno del Gruppo Albini dallo stabilimento di Mottola, dopo 20 anni in cui lavoratori della zona hanno servito l’azienda».
"Italia in Comune - Io Scelgo Mottola" chiede l'impegno di tutti, politica, sindacati, ma soprattutto lavoratori: «Nessuno deve restare inerme - dicono -.Stare fermi nell’attesa passiva degli eventi è controproducente per tutti. Chiediamo nuovamente che del problema si torni a discutere in Consiglio Comunale, come avviene nei paesi “normali” e come finora non è stato fatto a Mottola!»
Andrea Carbotti
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