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I ​cinquant'anni della "Civiltà rupestre in terra jonica"

Civiltà rupestre in terra jonica di Cosimo Damiano Fonseca Civiltà rupestre in terra jonica di Cosimo Damiano Fonseca

Cinquant'anni fa, il 1° giugno 1970, nel salone dell'amministrazione provinciale di Taranto venne presentato il volume "Civiltà rupestre in terra jonica" del massafrese Cosimo Damiano Fonseca.

Opera fondamentale che introduce nel dibattito storiografico europeo un’accezione del rupestre non più limitata al trogloditismo, agli affreschi delle chiese rupestri, alle cripte e al monachesimo basiliano, ma riporta il fenomeno all'interno della realtà paesaggistica, attraverso un’interpretazione della vita in rupe in senso sociale, civile, culturale e cultuale.

Il libro, edito da Bestetti, a cura di Cosimo Damiano Fonseca e corredato dalle immagini di Ciro De Vincentis, rappresentò una svolta storica negli studi del fenomeno trogloditico medievale pugliese .

Negli anni '60, grazie anche agli studi tra gli altri dei massafresi, Padre Luigi Abatangelo. Espedito Jacovelli e Roberto Caprara, si abbandonarono le suggestioni ottocentesche che vedevano degli insediamenti in gravina abitati dai "monaci basiliani" fuggiti dall'impero bizantino nel periodo iconoclasta. Ma si spostato il focus della ricerca storica e archeologica dalla visione in chiave "civile". Un modello di insediamento umano in contesti rupestri, non alternativo né subalterno rispetto ai fenomeni politici e culturali delle aggregazioni demiche urbane. Lo studio del rupestre passa dall'esclusivo campo degli storici dell'arte limitato allo studio delle sole chiese ad una ricerca complessiva e multidisciplinare.

Oggi il termine civiltà rupestre se pure radicato, è ampiamente superato. Il Caprara nel 2012, su Umanesimo della Pietra, lo definisce "un ossimoro suggestivo ma privo di significato" e bensì sarebbe più corretto parlare di cultura dell'abitare che attraversa moltissime civiltà.

«Si trattò di una scelta epocale e importantissima - come ha scritto lo storico mottolese Sergio Natale Maglio - , che in questi cinquant’anni ci ha dato la possibilità di poter studiare il fenomeno della civiltà rupestre con un taglio moderno e scientifico. Pertanto, è doveroso un enorme tributo di riconoscenza a questo libro e al suo autore».

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