Negata alla palestra scolastica alla Valentino Basket Castellaneta e infuria la bufera. Una nota stampa al veleno per informare la cittadinanza su ciò che sta accadendo e per chiedere un intervento risolutivo del presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci e del sindaco di Castellaneta Gianni Di Pippa.
L’obiettivo della Valentino Basket Castellaneta resta soltanto uno: permettere ai suoi piccoli tesserati «di fare sport senza sentirsi diversi dagli altri e senza doversi spostare ogni settimana nei paesi limitrofi».
Ma cosa sta accadendo? Tutto ruota intorno agli spazi pomeridiani messi a disposizione dall’istituto “Mauro Perrone” nella sua piccola palestra scolastica. «Dopo anni di continui rigetti delle nostre istanze per l’utilizzo di quella palestra quest’anno siamo arrivati al paradosso: in 8 giorni la struttura prima ci è stata concessa e poi ci è stata negata» hanno tuonato i vertici societari della Valentino.
Numeri di protocollo alla mano, il sodalizio del presidente Giuseppe Nico (in foto) ha sviscerato i dettagli di una “beffa” consumata in poco più di una settimana: «i nostri tesserati minorenni si sono visti prima concedere e poi annullare un diritto che invece è stato concesso ad altre associazioni di Castellaneta».
Ma quali sono le reali motivazioni di questo diniego? Nella sua nota, la Valentino Basket Castellaneta ha puntato il dito contro la dirigente scolastica Vita Maria Surico (in pensione dal primo settembre di quest’anno, ndr) e ha parlato di stranezze, aggiungendo però che il tutto sarà confezionato in un esposto: «Lo formalizzeremo presto e conosceremo le ragioni di una forma discriminatoria e lesiva dei diritti della nostra società, dei suoi ragazzi e dei suoi dirigenti. Il vecchio dirigente scolastico, fresco di pensionamento, ha deciso che quella palestra è a disposizione solo di alcune società sportive di Castellaneta.
Noi siamo stati esclusi e crediamo sia giunta l’ora che questo trattamento differenziato finisca. È necessario – ha concluso la società - che Provincia e Comune intervengano per porre fine a questa discriminazione in attesa che a sancirla come tale ci pensino le autorità preposte».
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