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L’incontro con il Bambinello: Dies natalis a Castellaneta

Presepi visitabili nel centro storico Presepi visitabili nel centro storico

Il centro storico di Castellaneta in questi giorni accoglie fedeli e non solo nelle sue chiese per l’incontro con l’invisibile.

Non si può che restare ammirati dai confratelli e dalle consorelle che in piena sincronia organizzativa custodiscono gli spazi di chiese minori per favorire l’incontro con il Bambinello, giovane ogni anno, in quanto con la sua venuta ringiovanisce il mondo con la speranza da vivere nel quotidiano.

Dalla chiesa di San Giovanni Battista, nascosta tra i vicoli e sul ciglio della gravina, a Santa Caterina da Bologna, per poi passare alla chiesa di San Giuseppe per le Carrare, si assiste all’ammirabile impegno delle confraternite che le spalancano al pubblico permettendo la pubblica visione dell’impegno di coloro che hanno elaborato presepi nelle più varie fogge.

Il Bambinello è in ogni contesto, è ovunque, pertanto gli artigiani del presepe lo riproducono nelle cornici  più diverse.

Nei giorni di festa, le confraternite come del resto tutti i volontari dell’associazione Amici del Presepe, rinunciano al “gaudio della vita privata” per permettere l’incontro tra i fedeli e il presepe.

Le chiese sono aperte nei giorni festivi, in quanto Natale è la festa dell’incontro, in tale occasione è possibile ammirare, anche, opere d’arte giudicate minori, ma che in realtà nel loro insieme sono il tessuto organico e vivo di una storia che non muore, ma vive celata tra le spesse mura delle chiese.

In via Roma il senso del Natale, Dies natalis (il giorno della luce), continua a livello uditivo. Lo sguardo sul Bambinello è completato con l’ascolto di canzoni natalizie. 

Sarebbe auspicabile negli anni che verranno una maggiora presenza di Pastorali tarantine di Giovanni Ippolito e non solo.

Vi  è una musica natalizia tipicamente tarantina che pochi conoscono, specialmente le nuove generazioni. 

Giovanni Ippolito nel 1870 musicò una serie di Pastorali. È il più famoso e musicalmente il piùfecondo nelle sue produzioni, ma vi sono anche le pastorali di autori meno noti come Gennaro Caggiano, Domenico Colucci, Francesco De Benedictis, Giacomo Lacerenza e, tra gli autori più recenti Giuseppe Gregucci e Vincenzo Simonetti. 

Attraverso le pastorali, il Natale diventa musica, si smaterializza nella lingua dei luoghi, esse sono preghiera in musica. Ci si eleva all’universale, all’invisibile che tutto abbraccia elevandosi dal concreto in cui si è situati, pertanto gli ambienti dei presepi che spesso riproducono la realtà architettonica di Castellaneta potrebbe coniugarsi in modo sincronico con le  nenie della provincia.

Esse ci invitano a difendere il sacro nel radicamento, mai esclusivo, nella terra dove si vive. Il sacro è movimento di conoscenza che permette di aprirsi agli altri nella concretezza dei luoghi e nella solidale catena che tutto unisce verso la trascendenza, tale esperienza è possibile viverla tra il centro storico e il borgo moderno di Castellaneta.

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