
Nel santuario Mater Domini di Laterza, alle 18:30 dell’ultimo sabato brumoso di novembre 2022, sono risuonate le parole della liturgia in latino nel rispetto delle pratiche liturgiche post conciliari.
La liturgia in latino non è una forma di “indietrismo” o di sterile nostalgia del passato, ma il valente tentativo di conciliare la tradizione con il presente. La parola tradizione deriva dal verbo tradere, trasmettere, è un verbo di movimento, pertanto la tradizione non implica la cadaverica trasmissione di pratiche e liturgie, ma la loro mediazione divergente nel presente.
Si riannoda il passato con il presente al fine di consegnare alle nuove generazioni fede nella lingua universale della Chiesa. La liturgia in latino conferma il generoso impegno nella Terra delle Gravine di don Domenico Giacovelli nato a Milano, ma formatosi presso seminario arcivescovile di Taranto e Castellaneta che ha officiato la messa, i gesti e le parole in armonica tensione hanno condotto i fedeli nella profondità della fede dei padri. Il professor Raffaele Papapietro ha letto l’epistola in latino; il professore è docente di italiano, latino e greco nei licei ed è impegnato nella difesa dei valori cristiani e classici. Don Domenico Giacovelli ha spiegato nella sua omelia il senso della messa in latino: il latino è lingua universale della chiesa, pertanto è rivolta a tutti i popoli e le genti, in tal modo si trascendono le barriere nazionali.
La fede non è fuori dal mondo, ma è radicata nei problemi del nostro tempo, essa si eleva dalla carnalità della storia. L’officiante e il professor Papapietro con il loro impegno ci sono d’ausilio per superare pregiudizi e resistenze.
Nella Terra delle Gravine, quindi, i fedeli possono vivere la loro pratica di fede secondo forme non usuali. Ogni esperienza che favorisca l’approfondimento consapevole di un percorso non può che rendere più ricche le comunità.
In un’epoca di “privazione” dello spirito, ogni iniziativa che incoraggi l’elevazione dello spiritualità individuale e comunitaria non può che essere il segno della vitalità di una comunità in cammino che si fa incontro e crocevia di tradizioni ed esperienze. La messa in latino, non è spettacolo, è cura delle parole, è dialogo verticale, in quanto la preghiera è trascendenza, essa è dono e congiunzione tra due dimensioni. Ciascun fedele ha partecipato ad un evento liturgico che lo raccorda armoniosamente con il passato dei padri e nel contempo si è elevato alla trascendenza.
La messa in latino sarà officiata ogni sabato nel periodo dell’Avvento, in seguito si stabilirà la cadenza periodica. La pregevole iniziativa è meritevole di essere diffusa, non pubblicizzata, in quanto non è un prodotto o uno spettacolo ma autocoscienza di comunità che si ritrovano nel gesto ieratico della parola che come il pane spezzato è fonte di amore cristico.
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