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Mottola in festa: riti e superstizioni del Carmine

La madonna del Carmine in processione La madonna del Carmine in processione

Mottola ha un nuovo volto e un’espressione diversa, un’atmosfera festosa e tanti buoni propositi per il futuro.

Oggi, nel giorno in cui nel lontano 1251 la Vergine Maria apparve al primo padre generale dell’Ordine del Carmelo San Simone Stock, al quale consegnò lo “scapolare”, o impropriamente “abitino”, la città festeggia la ricorrenza liturgica della Madonna del Carmine, patrona dei massari, ossia gli agricoltori, i braccianti e gli allevatori delle campagne.

Indipendentemente dai programmi religiosi e civili, che variano ogni anno, quello del Carmine è un culto che affonda le proprie radici nella storia della nostra città, prettamente agricola e pastorale, anche tramite riti e superstizioni ancestrali ancora conosciuti che ci vengono tuttora tramandati oralmente dagli anziani depositari di questi racconti.

Secondo le tante leggende, che vengono rispolverate solitamente in queste ore, un tempo alla festa partecipava tutta la cittadinanza, eccetto chi era impegnato nel lavoro dei campi. Un anno, però, una duratura siccità, destinata a mettere a repentaglio l'intero raccolto, cessò proprio il giorno della Madonna del Carmine, così in virtù di questo primo miracolo la stessa Vergine si fregia del titolo di "Patrona dei massari di Mottola".

Da allora la totalità dei lavoratori, il giorno della Festa del Carmine non lavora, in primo luogo in segno di riconoscenza e devozione per la Vergine e poi perché un’ulteriore e antica credenza popolare considerava il 16 luglio un giorno sfortunato, nel corso del quale potevano accadere disgrazie sul posto di lavoro. Quest'oggi nel mondo contadino non si trebbia e non si portano a termine le di compravendita agricola . Il mese dedicato alla Vergine del Carmelo, come già anticipato, storicamente è tempo di mietitura. In passato gli agricoltori insistevano per terminare il lavoro nei giorni intorno alla festa, sia per godersi un meritato riposo e non lavorare durante la ricorrenza e sia per poter sfruttare quei venti periodici, comunemente detti “Li Ventelen d'la Madonne d'u Carmine“. Venti di tramontana, una volta fondamentali per l’economia locale dato che, le raffiche separavano i chicchi dalla paglia. Per la vendita delle pere, invece, che maturano in estate sugli alberi, si aspettava a dopo la feste della Madonna del Carmine, per vedere quante ne cadevano giu dopo le "Ventilene".

Spesso ancora oggi i giorni di metà Luglio in prossimità della festa del Carmine sono freschi e ventilati rispetto al resto della stagione.

Andrea Carbotti

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