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Novena di Natale: celebrazioni nella chiesa Cattedrale

Cattedrale di Castellaneta Cattedrale di Castellaneta

Dal 16 al 24 dicembre prossimo, nella parrocchia Cattedrale San Nicola di Castellaneta, alle 6 del mattino, si reciterà la novena di Natale.

Le celebrazioni, assistite da don Mauro Ranaldi, si terranno alla presenza del vescovo Sabino Iannuzzi.

La chiesa, per questa solennità, è stata addobbata per accogliere i fedeli in un clima di attesa per l’Avvento.

La novena prepara spiritualmente alla nascita di Cristo, essa accompagnerà i fedeli che si recheranno nella “Chiesa Grande” ad accostarsi al mistero della sua nascita.

La tenerezza di Dio ci giunge attraverso il Bambinello nato da Maria di Nazareth che con suo “sì”  ha riportato la luce della speranza di Dio nel buio della storia. Ella, con Giuseppe suo sposo, ha magnificato la vita con la fede perfetta nell’amore.

La nascita di Cristo ci prepara a un mutamento valoriale e ci insegna a stare nel mondo  diversamente, poiché egli è nato per gli ultimi e per le “pietre di scarto” dell’umanità.

La misericordia, inoltre, è la via della salvezza, dal momento che  pone al centro del nostro quotidiano gli ultimi e i più fragili nei quali ritrovare Gesù Bambino.

Le parole della novena ci liberano dalle suggestioni del male: non sono semplici parole, poiché da esse bisogna lasciarsi toccare in profondità, affinché nasca in ciascuno l’amore infinito in Cristo Gesù.

Il Natale è il giorno della luce, Dies Natalis, la luce di Dio incarnata in un bambino è nella storia e ci chiede la conversione. Mentre si consumano guerre e tragedie la nascita del Bambinello ci invita a guardare il mondo con uno sguardo nuovo nel quale deve brillare l’amore che non conosce tramonto.

La novena, infatti, interrompe gli automatismi dell’odio, in quanto, se ci si accosta ad essa senza preclusioni, anche coloro che sono lontani dalla chiesa possono aprirsi alla speranza di un mondo nuovo. Essa, inoltre, si oppone con mitezza al sistema della guerra, presente a volte dentro di noi e le sue parole ci permettono l’esodo dall’odio senza il quale non c’è salvezza in terra e nei cieli.

Il vescovo celebrerà “il rito del lucernario”: dalle candele dell’altare attingerà la fiamma con cui accendere le lampade della corona dell’Avvento.

Non è solo un rito suggestivo, esso necessita che si indugi sul suo significato. Con il rito del lucernario si invoca la luce della sua venuta, la tenerezza di Dio è la porta che apre al “tempo nuovo”. Ogni fedele è chiamato a diffondere la “luce” del nuovo giorno che si approssima.

Ringraziamo Monsignor Sabino Iannuzzi e Don Mauro Ranaldi per il loro impegno pastorale che orienta le vite dei fedeli verso l’eterno fulgore di Cristo.

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