
Due inchieste diverse e nuove ombre sulla composizione delle liste e sull'andamento della campagna elettorale delle ultime elezioni comunali di Massafra. A rendere noto tutto sono state le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, rivelando i dettagli di due inchieste distinte e separate.
La prima riguarda una presunta corruzione elettorale: l'attuale consigliere di maggioranza Angelo Giannotta, infatti, risulterebbe tra i 7 indagati, l'ideatore e il mandante di un sistema volto al procacciamento di voti in cambio di denaro, organizzato materialmente da 2 giovanissimi massafresi.
È quanto emerge dall'avviso di conclusione delle indagini firmato dal magistrato inquirente e in cui compaiono i nomi di altri 4 giovani che avrebbero ottenuto o comunque accettato la promessa di una somma tra i 15 e i 25 euro per raccogliere consensi intorno al candidato. I due giovani avevano messo in piedi una chat Whatsapp intitolata «Votare» in cui venivano date le indicazioni di voto e il compenso da ricevere. Dalle carte dell'inchiesta, poi, è emersa l'esistenza di una seconda chat in cui i compensi in cambio del voto erano lievitati per raggiungere un risultato migliore.
La seconda inchiesta, invece, riguarda la presunta falsificazione dei moduli di candidatura. Tra gli indagati figurerebbero anche i consiglieri regionali di centrodestra Renato Perrini (Fratelli d'Italia) e Giacomo Conserva (Lega) ma anche il consigliere provinciale di Forza Italia Angelo Laterza.
Il fascicolo coinvolge in totale 20 persone tra cui, oltre ai 3 politici, 3 avvocati e 14 cittadini «plurifirmatari» per due tipi di contestazioni: il primo caso, quello dei «plurifirmatari», riguarda alcuni cittadini che per l’accusa hanno sottoscritto la presentazione di più liste. Ma c'è di più: c’è chi ha firmato per la presentazione di due liste che facevano capo allo stesso candidato sindaco, ma anche chi ha firmato per la presentazione di liste che sostenevano coalizioni contrapposte.
Nel secondo caso, quello delle «firme fantasma», invece, ci sarebbero sottoscrizioni fatte all’insaputa dei cittadini. Nell'elenco dei sottoscrittori, per due volte, anche un uomo non vedente che ai poliziotti ha negato di aver mai firmato. Ai politici e agli avvocati coinvolti è contestato di aver autenticato le firme, dichiarando di averle acquisite in presenza.
Bufera sulle ultime Comunali, quindi, ma è doveroso precisare che nessuno dei tre candidati sindaco di giugno, l'attuale primo cittadino Giancarla Zaccaro e i suoi competitor Emanuele Fisicaro e Giuseppe Losavio, risultano in alcun modo coinvolti nelle inchieste.
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