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Pulizia dei canali, Sconvolgiamo il Sud sollecita il commissario Canale

Angelo Giandomenico, Simone Giungato e Francesca Arrè Angelo Giandomenico, Simone Giungato e Francesca Arrè

La denuncia dell'area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani (clicca qui per rileggere la notizia) non è passata inosservata. 

C’è scarsa manutenzione lungo il canale adduttore che dalla Basilicata trasporta acqua in Puglia, in particolare in una porzione di territorio del versante occidentale della provincia di Taranto: Castellaneta, Palagianello e Ginosa.

Struttura vecchia, canali sporchi, a tratti colabrodo, e scarsa manutenzione: oggi, è il gruppo "Sconvolgiamo il Sud" a rilanciare la notizia e a sollecitare il commissario straordinario del Comune di Castellaneta Giuseppe Canale.

«Chiediamo di valutare l’opportunità di intervenire presso gli organi competenti (Regione e consorzio di bonifica Stornara e Tara) perché siano scongiurati i rischi evidenziati da Cia Due Mari e, che nel più breve tempo possibile, venga assicurato alle nostre aziende agricole un servizio adeguato alla portata delle loro colture di altissima qualità».

Sconvolgiamo il Sud, rimarcando a più riprese la bontà dell'iniziativa della Cia e del suo direttore Vito Rubino, ha ricordato che «Si tratta di una questione che va avanti da circa 20 anni, come fu evidenziato nel giugno 2003 in una lettera inviata dall’onorevole Carmelo Patarino all’assessore regionale all’Agricoltura dell’epoca. Un problema che ha visto negli anni diversi e sempre più allarmanti appelli senza mai trovare soluzioni».

Per questo, Sconvolgiamo il Sud ha deciso di pungolare il commissario Canale, affinché si faccia portavoce presso il consorzio Stornara e Tara: «Con la sua autorevole denuncia, la Cia ha colto nel segno - ha rimarcato il movimento -. La stagione irrigua è alle porte perciò non c'è più tempo da perdere.

Tra l’altro, il Casello 4 del consorzio di bonifica Stornara e Tara, quello ricadente nel Comune di Castellaneta è addirittura chiuso da tempo per mancanza di personale e il timore di tutto il mondo agricolo, rappresentato dalla Cia e che la stessa sorte possa toccare a breve ad altri caselli.

Infine, un eventuale aumento delle tariffe, così come accaduto lo scorso anno, potrebbe porre il mondo agricolo (che ha già dovuto fronteggiare costi elevatissimi e problemi di prodotto invenduto e rimasto sulle piante) in una posizione insostenibile tale da far temere azioni di piazza che facciano emergere la gravità di quanto è stato denunciato sino ad ora solo attraverso gli organi di stampa».

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