«Per quale motivo i cittadini non vengono informati dell'esistenza di un'opera pubblica dal valore inestimabile?».
L'interrogativo, implicitamente rivolto all'amministrazione Gasparre, è del movimento politico Palagianello per la Libertà.
Con una nota stampa, il gruppo di opposizione consiliare accende i riflettori sul sito rupestre San Nicola, ripercorrendo l'iter di particolari lavori finanziati dal Gal nel 2020 e chiedendo il perché si intende «nascondere» alla collettività questo bene culturale.
«Parliamo di un sito della civiltà rupestre, tra i più rappresentativi dell'archeologia carsica del nostro territorio. Nel 2020, l'amministrazione Borracci espresse l'atto di indirizzo di partecipare all'avviso denominato "I siti rupestri delle gravine" bandito dal Gal. Successivamente, ottenuto il finanziamento, venne affidato l'incarico di progettazione esecutiva con l'idea di arricchire l'offerta turistico-culturale del parco rurale delle gravine mediante la fruizione del bene attraverso il miglioramento dell'accessibilità.
Eravamo e siamo convinti che solo attraverso la fruizione di questi siti, possa aprirsi un ulteriore vettore per la conoscenza e la divulgazione della storia locale.
Per questo chiediamo perché questa importante notizia non è stata ancora divulgata visto che i lavori sono terminati da diverse settimane e perché non dare a tutti i palagianellesi e non, la possibilità di poter ammirare la cripta di San Nicola.
Basterebbe aprirla al pubblico - prosegue la nota di Palagianello per la Libertà - perché vi si può accedere anche dal prolungamento di via Gramsci (esattamente dove è il cosiddetto "Calvario").
Basterebbe tagliare un pochino di quell'erbaccia che nel frattempo, dalla fine dei lavori ad oggi, è cresciuta a dismisura. Chi non può scendere in gravina ha, in egual misura, la possibilità di poterla visitare.
I beni culturali sono patrimonio di tutti e tutti devono poterne fruire. Non nascondiamoli soltanto perché ad ottenere il finanziamento è stata una diversa amministrazione».
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