
Lo scorso 15 agosto, nell'ospedale “SS.Annunziata” di Taranto, è stato eseguito con successo un delicato intervento di “embolizzazione”.
La storia: il paziente, un ragazzo di 17 anni che chiameremo Francesco, con la vigoria della sua età, la notte del 14 agosto è in spiaggia con gli amici ad aspettare l’alba del Ferragosto.
Ma per Francesco non è come avrebbe desiderato che fosse. Improvvisamente un lancinante dolore alla nuca, le forze che vengono meno, la corsa in ambulanza verso l’ospedale “Giannuzzi” di Manduria, il responso della TAC: Francesco ha una emorragia cerebrale.
Viene rapidamente trasferito al “SS. Annunziata” di Taranto, un centro riconosciuto all’avanguardia per il trattamento della patologia cerebro-vascolare. Viene eseguita una angio-tac: Francesco, a soli 17 anni, ha un aneurisma cerebrale che si è rotto e ha provocato una copiosa emorragia.
È Ferragosto! Ma che importa? Occorre “bloccare” quell’aneurisma! Una nuova emorragia sarebbe sicuramente fatale!
Alcuni anni fa non ci sarebbe stata alternativa: per “bloccare” un aneurisma cerebrale sanguinante sarebbe stato necessario un intervento neurochirurgico.
Da oltre 20 anni, invece, al “SS. Annunziata” di Taranto, viene effettuato un intervento meno invasivo, ma altrettanto efficace: l’“embolizzazione”. Anziché raggiungerlo dall’esterno, cioè aprendo la scatola cranica e divaricando il cervello, l’aneurisma viene raggiunto dall’interno e neutralizzato per via endovascolare, riempendo la sua sacca con minuscoli filamenti di platino (“spirali”).
In pratica, da una puntura dell’arteria femorale all’inguine, il neuroradiologo interventista raggiunge l’aneurisma cerebrale “navigando” nelle arterie con cateteri di calibro progressivamente minore sotto la guida dei raggi X. Riempita la sacca con le spirali, il sangue non può più entrarvi e l’aneurisma non può più risanguinare.
Il delicatissimo intervento endovascolare di “embolizzazione” è stato eseguito con successo dal dottor Nicola Burdi, direttore facente funzioni della struttura complessa di Neuroradiologia, coadiuvato dal dottore massafrese Delio Monaco, dirigente medico di Radiodagnostica, e dai e dai dottori Umberto Vacalebre e Giordano Nardin della struttura complessa di Anestesiologia e Rianimazione. Con i medici hanno instancabilmente collaborato le équipes infermieristica e tecnica di entrambe le unità operative.
Al buon esito dell’intervento hanno contribuito anche il neurochirurgo dottor Massimo Galasso e la sua équipe che, preliminarmente, avevano eseguito una “Derivazione Ventricolare Esterna” posizionando un catetere endoventricolare per ridurre la pressione intracranica.
Francesco è adesso ricoverato nella struttura complessa di Rianimazione.
Un importante lavoro multidisciplinare nella giornata di Ferragosto gli sta permettendo di combattere la sua battaglia!
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