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A Palagiano la nona edizione della "Giornata mondiale del rifugiato"

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In programma, per questo pomeriggio a Palagiano, la 9^ edizione della "Giornata mondiale del rifugiato". A organizzarla l’Arci locale, cui il Comune di Palagiano affida per convenzione i servizi del centro Sprar Siproimi Koinè. L’Arci ne è l’ente gestore.

L’evento è inserito nel cartellone delle manifestazioni estive, “Je semb fest a Palascijen”, organizzato dall’Amministrazione Lasigna e dalla consulta delle associazioni.

Diverse le iniziative organizzate per l’occasione in piazza Vittorio Veneto, a partire dalle 18:30. Intanto, a portare musiche, ritmi e culture da ogni parte del mondo ci penserà don Ciccio, Congo, Les Enfants Beni d’Afrique con un vero e proprio “African party”.

Verrà anche allestita una mostra fotografica, intitolata: “Culture dal mondo”. In vetrina scatti fotografici, circa 120, che immortalano diversi riti religiosi, abiti tradizionali di popoli diversi e lontani, usi e costumi di popoli dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa.

Sarà anche proiettato un video in cui alcuni accolti dal "Centro Sprar Siproimi Koinè" di Palagiano, come il pakistano Anwar Ibad o il sudanese Alfatih Adam Mohamed Isnaill si raccontano, spiegando le ragioni della loro fuga dal paese d’origine e le difficoltà incontrate in Italia, ma anche la positività dell’integrazione nel luogo di accoglienza e, soprattutto, delle relazioni sociali e del confronto interculturale con il popolo ospitante.

La serata si concluderà con la degustazioni di piatti tipici internazionali, preparati per l’occasione, come il cous cous libi (piatto sudanese), il fried rice e l’egusi soup (piatti nigeriani) o il kebda (pietanza egiziana).

«Dal dicembre del 2000, in tutto il mondo – è stato il commento di Angela Surico, coordinatrice del "Centro Sprar Siproimi" di Palagiano - sono cresciute sempre più le iniziative per celebrare la "Giornata mondiale del rifugiato". E’ l’occasione per aprirsi al territorio, per costruire nuove alleanze con ogni ente, istituzione, professionista, operatore socio – economico, in grado di comprendere l’importanza della giusta governabilità del fenomeno migratorio; un fenomeno, che può indubbiamente trasformarsi in risorsa dal punto di vista demografico, economico e culturale».

Quindi, per la Surico, comunità aperte e solidali per un futuro condiviso appare essere uno slogan non solo eticamente giusto, ma razionalmente opportuno.

Quest’anno, poi, per questa giornata, l’Arci ha deciso di abbracciare il tema dell’interculturalità come ricchezza, proseguendo il percorso dei seminari di studi tenutisi alla scuola “Rodari”. Un percorso di formazione e di educazione alla pace e alla riconoscibilità della dignità delle culture del mondo.

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