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Precariato nelle scuole, a Taranto insegnanti sul piede di guerra

Il manifesto Il manifesto

I professori delle scuole di Taranto che in questo periodo stanno vivendo una situazione di precariato sono in fibrillazione, tanto da passare dalle parole ai fatti, dandosi appuntamento alle 9 di venerdì 14 febbraio, per scioperare in piazza della Vittoria a Taranto.

«La nostra parola d’ordine: 24 mila non bastano». Esordiscono così, in una nota, gli insegnanti coinvolti, sulla pagina facebook "Coordinamento precari autoconvocati Taranto".

«Quest'anno, a fronte di una cifra record di 150.000 supplenze annuali assegnate a docenti precari di seconda e terza fascia l’unica vera richiesta che può risolvere il problema del precariato nella scuola italiana è: stabilizzazione per tutti/e.

Chiediamo la costituzione di una graduatoria permanente provinciale per docenti precari che possono vantare almeno 180x3 giorni di servizio nelle scuole pubbliche, negli ultimi dieci anni, svolti entro l’anno scolastico 2019-2020, su materia e sostegno.

La graduatoria terrà conto dei titoli culturali e di servizio e sarà finalizzata alle assunzioni a tempo indeterminato. Inoltre, poiché crediamo in un corpo docenti formato e preparato, solo successivamente all’attivazione di tale procedura di assunzione, si garantirà l’abilitazione attraverso il primo anno di ruolo che dovrà quindi essere formativo, con il supporto di un tutor ed un colloquio finale.

Non siamo contrari alla richiesta di pubblicazione delle batterie di domanda ma riteniamo tale richiesta fuorviante ed inutile. Chi chiede le batterie di domande? Soprattutto le sigle confederali che hanno firmato l’accordo e poichè con questa richiesta vogliono pulirsi la coscienza. La pubblicazione delle batterie d’esame creerebbe solo l’illusione di una prova selettiva più accessibile. La realtà dei fatti rimarrebbe la stessa: i posti messi a disposizione continuerebbero ad essere 24.000, il concorso continuerebbe ad essere una lotta degli uni contro gli altri, che farà entrare in ruolo solo 1 precario su 5.

Per quanto riguarda la questione di essere contrari a percorsi abilitativi tipo PAS o TFA, innanzitutto deve finire la stagione della formazione a spese dei docenti. Inoltre l’abilitazione non farebbe altro che spostare una massa di precari abilitati dalla terza fascia alla seconda rendendoli solo un po’ meno precari di altri, ovviamente senza la minima garanzia di un percorso che porti all'entrata in ruolo a tempo indeterminato».

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