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Coronavirus, le attività a distanza dei centri diurni dell'ambito di Massafra

Le attività del centro diurno di Mottola Le attività del centro diurno di Mottola

L’emergenza sanitaria in corso, per prevenire e contenere il numero dei contagiati, ha imposto la chiusura delle scuole e dei centri diurni, realtà educative che accolgono i ragazzi con disabilità. Per loro e per molti altri, con il lockdown, c'era il rischio concreto che s'indebolisse la rete di assistenza, supporto e protezione che i Centri diurni assicurano alle fasce più deboli.

Tuttavia il decreto "Cura Italia", considerando le problematiche relative alla sospensione dei servizi, ha permesso alle pubbliche amministrazioni, in collaborazione con gli enti gestori, di fornire prestazioni domiciliari o a distanza.

L'ente gestore per la Puglia, la società cooperativa "Nuova Luce", ha accettato la sfida e attuato il decreto in otto centri diurni, tra cui quelli dell'ambito di Massafra, avviando un percorso di co-progettazione con le coordinatrici Maria Rosaria Resta (Massafra), Maria Maddalena Rotolo (Mottola), Donatella Silvestri (Palagiano), Isabella Caputo (Statte) e l'assistente sociale Domiziana Petralla, offrendo un'immediata risposta assistenziale agli utenti e alle loro famiglie.

«Sono state attuate una serie di misure di sostegno - spiegano - sia a domicilio che a distanza, al fine di scongiurare l’insorgenza di effetti psicofisici negativi ma anche sociali, che sarebbero stati particolarmente gravosi su questi soggetti».

Infatti, attraverso il lavoro di educatori e insegnanti, è stata garantita, almeno in parte, l'attività dei Centri Diurni, per evitare che il carico assistenziale ricadesse totalmente sulle famiglie, già molto provate, e che disabili interrompessero i propri percorsi educativi. Inoltre, è stata evitata la cassa integrazione per i quaranta operatori coinvolti, che hanno scongiurato ripercussioni negative in termini economici e occupazionali.

Positivi i riscontri delle famiglie, a supporto dell'ottimo lavoro svolto dagli operatori. In tale direzione si è espresso Andrea Fasanelli, referente delle famiglie, da sempre attento alle prescrizioni normative e alla tutela dei diritti dei disabili: «Sarebbe opportuno uno sforzo da parte di tutte le famiglie - ha detto -, per consentire la prosecuzione delle attività a distanza, come avviene già dal mese di marzo».

«In questo periodo di emergenza - dicono infine dalla cooperativa "Nuova Luce" - le attività a distanza hanno rappresentato una vera “lampada” ai passi dei nostri ragazzi, si spera al più presto ad un ritorno alla vita quotidiana e alla riapertura dei Centri diurni, da sempre un punto di riferimento per i disabili».

Andrea Carbotti

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