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Massafra: quale futuro per il patrimonio librario Santoro? Lettera aperta ai candidati

Il prof. Orazio Santoro e la sua libreria Il prof. Orazio Santoro e la sua libreria

«Quale sarà il destino dell'imponente patrimonio librario lasciato dal prof. Orazio Santoro?».

E' la domanda che si pone, in una nota inviata alla stampa, Marcello Barletta, funzionario presso il Ministero dell'Istruzione e già cultore della materia in Diritto Amministrativo dei Beni Culturali presso Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

La nota intende essere una lettera aperta rivolta ai candidati sindaco di Massafra e, più in generale, alle forze politiche che decideranno il futuro di Massafra.

«Il professor Santoro - continua la nota - non ha bisogno di presentazioni, essendo stato uno dei più importanti studiosi e intellettuali della nostra città.  Docente nei licei, autore di innumerevoli articoli e monografie, appassionato della cultura in tutte le sue forme e bibliofilo di raro spessore, è scomparso nel 2015. Ha passato la sua vita a raccogliere, insieme alla moglie Margherita Ramunno, compagna di vita e di sodalizio intellettuale, un immenso archivio privato composto da circa 10mila volumi e documenti rari o addirittura ormai unici.

E' un patrimonio librario di incommensurabile valore culturale, nonché di particolare interesse per Massafra, in quanto molti dei volumi e documenti che lo compongono sono collegati con la nostra storia.

Solo per citare alcuni esempi tra i tantissimi, non riassumibili certo in poche righe: nella biblioteca Santoro spicca una rarissima prima edizione de "Le delizie Tarantine" di Nicolò D'Aquino, poema in esametri con la traduzione in ottava rima a fronte e il commento di Cataldantonio Atenisio Carducci, corredato da un amplissimo apparato di note che costituisce una inesauribile miniera di notizie sulla storia, l'arte ed il folklore di Taranto;  si trova "The land of Manfredi" di Janet Ross, giornalista inglese ospite nell’800 di James Lacaita a Leucaspide (nel libro molte pagine sono dedicate a Leucaspide e a Massafra); possiamo trovare tutte le opere originali del Settecento del medico massafrese Nicolò Andria e le opere originali di suoi colleghi scienziati, che nelle loro pubblicazioni settecentesche e ottocentesche citavano le teorie mediche del grande medico di Massafra; possiamo trovare l’album ricordo originale della campagna dei Mille pubblicato subito dopo l’Unità d’Italia. E poi vi sono libri del Cinquecento, un incunabolo, oltre a numerosi documenti originali sulla storia del nostro territorio. E l'elenco potrebbe continuare per decine di pagine.

Gli eredi del prof. Santoro, ovvero la moglie Margherita e il figlio Nicola, sono consapevoli che l'evidente importanza di questo lascito trascende l'interesse privato del singolo, e coinvolge l'intera comunità.

La loro volontà, in linea con quella del loro congiunto scomparso, è quella di individuare lo strumento più adatto per donare questo lascito alla collettività, con lo scopo di rendere accessibile e fruibile alle future generazioni un patrimonio culturale senza eguali sul territorio.

Ma occorre, per realizzare questo obiettivo, un impegno delle istituzioni.

Occorre individuare in primo luogo i locali da adibire a sede consona per ospitare i diecimila volumi e documenti e definire le modalità della loro gestione, ad esempio costituendo una apposita biblioteca pubblica, o un archivio storico, che svolgano la funzione di centro studi per i giovani e gli studiosi del territorio. E si dovrebbero individuare almeno un paio di archivisti addetti alla catalogazione integrale dei pezzi della raccolta.

Un tema che andrebbe affrontato senza dimenticare  - ma su quest'ultimo punto chi scrive può solo limitarsi ad un accenno, non disponendo di informazioni dettagliate - che anche altri illustri uomini di cultura massafresi potrebbero essere interessati a donare i propri patrimoni librari alla collettività nei prossimi anni: pertanto, affrontando la questione nel suo complesso, potrebbero sorgere le premesse per avere, nella nostra città, una biblioteca - archivio pubblico di assoluta eccellenza.

Tuttavia, nonostante siano trascorsi già alcuni anni dalla scomparsa del prof. Santoro, l'interlocuzione con le locali Istituzioni massafresi non si è finora conclusa con l'individuazione di una soluzione idonea a cui destinare il suo lascito.

Il rischio, di cui è necessario essere pienamente consapevoli, è che altri comuni limitrofi, interessati ad acquisire l'archivio Santoro, possano rivelarsi più concreti e rapidi nell'individuare e offrire per esso una collocazione ottimale, e che quindi Massafra rischi di perdere una opportunità storica.

Fatte queste premesse, non credo vi possa essere alcun dubbio che il destino dell'archivio Santoro sia un tema cruciale per definire la politica e l'offerta culturale di Massafra e del nostro territorio nei prossimi anni.

Pertanto è nell'interesse di noi tutti chiedere ai candidati a Sindaco di dirci se considerano il destino del patrimonio librario Santoro una questione di interesse generale e di assumere una posizione chiara e concreta su quale soluzione intendano offrire.

L'auspicio è che questa lettera aperta, mossa unicamente da interesse per la cultura massafrese e il futuro della nostra comunità, possa ricevere una risposta che assegni alla politica culturale il posto che merita fra i vari temi della compagna elettorale, essendo la questione sollevata evidentemente del tutto trasversale e di interesse generale, senza alcuna distinzione ideologica o altro».

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