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La scuola De Amicis di Castellaneta Marina è un vulcano di iniziative

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A Castellaneta Marina, la scuola “De Amicis” è attaccata a quello che fu l’Enaoli, la casa per gli orfani dei lavoratori che, oltre al dolore della perdita, dovevano scontare anche l’emarginazione geografica. Lì, in quella periferia delle periferie, compie il suo dovere di istituzione a servizio della comunità.

Una parola, questa, che nella borgata costiera, quando il solleone tace e gli ombrelloni riposano nei magazzini, assume un significato particolare, pieno. La scuola, insomma, in un territorio lontano più di 20 km dal paese “madre”, a servizio di un manipolo di coraggiosi (o saggi…) che abitano il villaggio anche d’inverno, insieme agli agricoltori dell’agro, è un vero riferimento. Forse l’unico.

Certo, non ci troviamo di fronte a una sorta di refugium peccatorum: la scuola “De Amicis”, sede distaccata dell’istituto comprensivo “Surico” guidato dal professor Fabio Grimaldi, è un vulcano di iniziative. Ciò che fa la differenza, però, sta nella capacità di guardarsi intorno e di cogliere le potenzialità di un territorio che, spesso, sono invece invisibili per le classi dirigenti.

È così che è nato un progetto dedicato all’uva da tavola, produzione d’eccellenza di quella zona, argomento quotidiano per molti dei ragazzini che frequentano la scuola, figli di produttori. Un tema capace di mettere insieme storia, economia, tradizioni ed educazione alimentare, che grazie al contributo delle docenti Giulia Ciminelli, Nunzia Paradiso, Daniela Perrone e Patrizia Giannico e alle mani laboriose degli alunni di 3a U e 4a U, 17 in tutto, ha preso la forma di un ricettario intitolato “L’uva da tavola in cucina”. Si tratta di oltre 150 pagine zeppe di bontà, dall’antipasto al dolce, con qualche doverosa divagazione nel campo della poesia, delle curiosità e dell’arte: c’è anche un riferimento all’Arcimboldo!

Un vero servizio alla comunità, insomma, cui alunni e docenti hanno ricordato di avere una ricchezza da conoscere e… sfruttare. Il progetto ha visto la luce a fine settembre scorso, corollario del contributo che la scuola ha offerto alla “Giornata nazionale dei borghi autentici”, ma ha continuato a produrre effetti accompagnando i ragazzi nel loro percorso dedicato alla sana alimentazione.

Un’idea di scuola lontana dal freddo ronzio del registro elettronico, che sa ancora essere “vera” e calata nel territorio, offrendo un’opportunità agli alunni che non deve per forza trovare conferma nelle statistiche.

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