Chi ai punti ferisce, ai punti perisce: nulla da fare per l'atleta mottolese Stefano D'Auria, impegnato nell'ultimo fine settimana ai campionati regionali élite di pugilato, ancora in corso di svolgimento nella masseria Vaccarella di Taranto.
Il 27enne mottolese si è arreso in finale al talento salentino Antonio Carafa, dopo essersi sbarazzato nelle semifinali di Nicola Valerio della pugilistica Lionetti di Barletta.
Entrambi i verdetti sono maturati ai punti: se il primo incontro è stato combattuto ad armi pari, non si può dire lo stesso della semifinale, nella quale D'Auria ha dominato il suo avversario meritando di gran carriera lo scontro decisivo.
Ieri sera, infatti, abbiamo assistito a tre riprese molto intense, a tratti selvagge, dove la tecnica ha lasciato spazio al carattere, alla personalità, al rischiare di continuo il baratro pur di riaffermare sé stessi. Ha vinto Carafa. Il verdetto ci può stare, come poteva starci una versione premio per il mottolese.
D'Auria in effetti ha vinto una ripresa in maniera più netta, ma nelle restanti, equilibrate, i giudici hanno visto una sfumatura per Carafa, che stacca così il biglietto per i campionati italiani assoluti.
Il pugilato è una disciplina severa, disperata e insieme superba: a suo modo imprevedibile. Lo sa bene Francesco Castellano, che a questa passione ha dedicato la vita: «Ci è mancato davvero poco - confessa al nostro giornale -. Stefano ha concluso il match in un'ottima condizione, meritava almeno un pari.
Possono sembrare frasi di circostanza - conclude con un giusto cocktail di orgoglio e amarezza - ma noi maestri siamo davvero orgogliosi di lui».
Andrea Carbotti
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