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Bavaglio ai cittadini? Il 25 aprile di Mottola si tinge di giallo

Il 25 aprile a Mottola si tinge di giallo Il 25 aprile a Mottola si tinge di giallo

«Ci hanno vietato di cantare gli inni della Resistenza. Niente esagerazioni o toni violenti, erano solo le solite cose che facciamo ogni anno». Sergio Maglio, 69enne mottolese studioso di storia locale, qualche giorno fa ha seguito il tradizionale corteo del 25 aprile nell’80esimo anniversario della Liberazione.

Assieme a una manciata di concittadini ha intonato “Bella ciao”, la canzone simbolo della lotta partigiana, ma non “Fischia il vento”, come i presenti avrebbero voluto. «Ce l’ha impedito un carabiniere, senza molte spiegazioni» ha raccontato.

Ma nonostante l’inno delle Brigate Garibaldi non sia stato eseguito, alcuni di loro potrebbero essere comunque nei guai probabilmente per non aver rispettato le raccomandazioni alla “sobrietà” chieste dal Governo per la morte di Papa Francesco.

Secondo quanto raccontato da Taranto Today, infatti, i militari avrebbero denunciato 10 presenti, anche se non è ancora chiara l’accusa che gli si contesterebbe (potrebbe trattarsi di “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”).

«Fatico ancora a capirne le ragioni. Dovrebbe esserci una fattispecie penale che presuppone ci sia un’ordinanza, un decreto» ha spiegato un altro cittadino presente, il 55enne Franco Gentile.

Quando il corteo si è snodato lungo corso Vittorio, come testimonia anche un video, Maglio, Gentile e una decina tra donne e uomini che seguivano la corona di alloro dietro ai politici e agli uomini in divisa hanno cantato “Bella ciao”. Prima c’era stato l’inno di Mameli, eseguito dalla banda cittadina. Poi qualcuno ha sussurrato “Fischia il vento”: «E allora un maresciallo ci ha chiesto di smettere. A malincuore lo abbiamo fatto, ma non immaginavamo un simile epilogo» ha raccontato Maglio.

Nessuno, infatti, ha notato disordini, nervosismi o parole grosse tra il militare in questione e i presenti. Il dialogo si è mantenuto lungo binari civili, tanto che di “Bella ciao” hanno concesso persino il bis. E nonostante il divieto imposto nessuno in quel momento è stato identificato dai carabinieri.

Dall'episodio sono trascorsi 6 giorni e sebbene finora non sia stata notificata alcuna comunicazione giudiziaria, in molti a Mottola hanno preso la cosa abbastanza sul serio: «Il Governo ha invitato alla sobrietà e questo significa che ognuno se la autoimpone non oltrepassando i limiti della legge. È illecito forse cantare canzoni storiche che siano poco appetibili al gusto musicale del carabiniere di turno?» ha aggiunto Maglio.

Quel giorno la fascia tricolore era indossata da Giuseppe Scriboni, vice del sindaco Giampiero Barulli: «È inimmaginabile che qualcuno possa impedire di cantare una canzone» ha riferito l'assessore comunale. «Io stesso – ha aggiunto – ho invitato i presenti a essere sobri, come richiesto dalla prefettura, ma non mi sarei mai sognato di impedire nulla. Anzi, credo che un provvedimento del genere sarebbe inaccettabile».

Gentile invece ha scelto la via del sorriso: «Se c’era qualcosa da denunciare, forse erano le nostre voci poco intonate» ha chiarito. «Abbiamo fatto ciò che andava fatto – ha chiosato Maglio –: cantare dei brani che ricordano i partigiani e la Liberazione. Se questo è un reato, se non fossi tra i dieci mi autodenuncerei subito».

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