Nicola Leale dopo la vittoria dei playoff di serie CDalla vittoria playoff contro il Francavilla (2017/2018) alle dimissioni rassegnate a metà settimana, passando per l'esaltante esperienza di Ferentino (2018). Intervista esclusiva a coach Nicola Leale, ormai ex allenatore della Valentino Basket Castellaneta.
Sei stato l’allenatore più longevo della gestione Granito. Ti aspettavi un epilogo del genere per la tua storia d’amore con Castellaneta?
Hai detto bene: la mia, e dei ragazzi del mio staff, è stata una storia d’amore con Castellaneta e con la Valentino. Sono stato accolto splendidamente da tutta la dirigenza ed in poco tempo mi sono affezionato alla città in tutto e per tutto. Si tratta di una longevità guadagnata sul campo, con un epilogo pazzesco nel primo anno.
Credo sia inutile però tornare sulle tante difficoltà che quest'anno avremmo incontrato perché erano palesi. Nonostante tutto ho accettato di continuare assumendomi i rischi del caso. Forse ho sbagliato in quel momento per aver ragionato con il sentimento? Forse sì, ma se questa è una colpa, allora sbaglierei altre mille volte.
Alcuni ti accusano di aver abbandonato la nave a metà settimana, cosa c’è di vero?
Non ho abbandonato la nave ma ho solamente passato il timone a stagione non ancora compromessa: credo infatti ci siano ancora i tempi per una buona fine di campionato. Tra l’altro perché avrei dovuto abbandonare?
Ti sei sentito tradito da parte dello spogliatoio? Se si, da chi?
Lascio agli altri queste chiacchiere da bar. Dico solo che nessuno aveva motivo per tradire: tutti hanno avuto il proprio spazio ed il proprio minutaggio. Non vedo il nesso. Se qualcuno riferisce questo allora lo invito a raccontare la propria versione.
Con il presidente Granito, che ha cercato di trattenerti a tutti i costi, come vi siete salutati?
Ci siamo salutati nel migliore dei modi. Posso assicurare che è stata una decisione molto sofferta per entrambi. Considero Michele un amico oltre ad essere il presidente della Valentino Basket Castellaneta.
Qual è il ricordo più bello e quale il più brutto della tua avventura a Castellaneta?
Il più bello, ovviamente l'esperienza di Ferentino: l'Interzona per salire in B2 contro Genova e Catania. Tra i brutti, metterei tutte le sconfitte subite al Palatifo perché su quel parquet e con quei tifosi al seguito, credo che Castellaneta non dovrebbe perdere mai nemmeno in amichevole.
Quale pensi sia il vero problema di una piazza esigente come Castellaneta e quale pensi sia stato il vero problema di quest'anno?
Castellaneta è una piazza molto esigente che ha fame di basket. Fattore questo che potrebbe suonare come un difetto ma sicuramente anche un pregio. Ripeto, il problema di quest’anno era noto a tutti: giocare fuori casa quasi tutto un girone d’andata sarebbe stato deleterio per chiunque, immagina per Castellaneta!
Che idea ti sei fatto della partita di domenica? Hai tifato, hai “gufato” come qualcuno sostiene, o ti sei completamente disinteressato?
Non ho visto e non ho seguito la partita. Sinceramente a livello emotivo non me la sono sentita.
Che ne pensi di coach Longobardi al tuo posto? Se potessi, cosa gli consiglieresti?
Longobardi è una persona esperta, non ha certamente bisogno dei miei consigli.
Domanda secca: La Valentino si salverà?
Me lo auguro vivamente: dopo tutti i sacrifici fatti, tra cui le mie dimissioni, non potrei non desiderare la salvezza del Castellaneta.
Sicuramente tornerai ad allenare ma al momento senti di escludere un tuo ritorno a Castellaneta?
Non so cosa succederà nel futuro ma comunque lascio aperto ogni spiraglio. L’esperienza di Castellaneta non si cancella. Forse chissà... succederà...
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